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"Influenza del cammello" di ritorno dai Mondiali in Qatar: allarme in Gran Bretagna. I sintomi della Mers

In concomitanza con i Mondiali di Calcio in Qatar è scattato l'allerta per la cosiddetta "influenza del cammello": quali sono i sintomi

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Una nuova minaccia per la salute pubblica arriva dal Qatar, dove sono in corso i Mondiali di Calcio 2022: si tratta della cosiddetta “influenza del cammello“, anche nota come Mers-CoV (sindrome respiratoria mediorientale).

L’allarme in Gran Bretagna

In Gran Bretagna è scattata già l’allerta. L’Health Security Agency, come riporta ‘Il Messaggero’, ha esortato “medici e operatori sanitari a prestare specifica attenzione ai viaggiatori di ritorno dalla Coppa del Mondo”.

In Europa, generalmente, il rischio di infezione è solitamente molto basso, ma i tanti viaggiatori che hanno visitato il Qatar per i Mondiali preoccupa le autorità sanitarie britanniche. Per i turisti che visitano zone come quelle del Qatar, del resto, non è insolito avere contatti con cammelli per scattare una fotografia o fare un tour nel deserto. L’HSA ha spiegato che la Mers “può essere acquisita da uno stretto contatto con i cammelli” ma anche “dal consumo di prodotti di cammello, per esempio latte di cammello non pastorizzato”.

I medici britannici hanno messo in guardia anche sulla possibilità della trasmissione “da persona a persona” di questo particolare coronavirus, sottolineando che in Qatar, quest’anno, sono stati già segnalati due casi d’infezione.

La mortalità della Mers

Come si legge in una nota diffusa dal Ministero della Salute italiano nel dicembre del 2021, la Mers “è un’infezione respiratoria virale di esseri umani e cammelli dromedari causata da un Coronavirus (Mers-CoV)”, che “può causare malattie gravi con conseguente elevata mortalità”.

Nella nota si sottolinea che “circa il 35% dei pazienti con Mers è deceduto, ma questa potrebbe essere una sopravvalutazione del vero tasso di mortalità, poiché i casi lievi di MersCoV potrebbero non essere rilevati dai sistemi di sorveglianza esistenti e, fino a quando non si saprà di più sulla malattia, il tasso di mortalità è rilevato solo tra i casi confermati in laboratorio”.

La Mers-CoV è anche nota come sindrome respiratoria mediorientale.

I sintomi della Mers

Il sito del Ministero della Salute italiano, con un testo pubblicato nel 2013 e aggiornato al 2019, fa chiarezza anche sui sintomi della Mers: la forma clinica può variare da asintomatica a lievi disturbi respiratori o a una grave forma respiratoria che può anche essere mortale. Il periodo di incubazione, in genere, è pari a 5-6 giorni ma può variare dai 2 ai 14 giorni.

La maggioranza dei casi confermati di Mers presenta una forma respiratoria acuta grave, caratterizzata da febbre, tosse e difficoltà respiratoria. La polmonite, pur essendo un sintomo frequente, non sempre è presente. Molti pazienti affetti da Mers hanno avuto anche sintomi gastrointestinali, come diarrea.

Le forme più gravi di Mers possono provocare insufficienza respiratoria che richiede ventilazione meccanica e ricovero in unità di terapia intensiva. Possono essere mortali. Esistono, però, anche forme asintomatiche e lievi simil-influenzali.

Fonte foto: ANSA

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