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CRONACA NERA

Impagnatiello e il femminicidio di Giulia Tramontano: "Capace di intendere e di volere", la perizia lo inguaia

Nessun vizio di mente, né totale né parziale. Questo il risultato della perizia psichiatrica su Alessandro Impagnatiello, a processo per il femminicidio di Giulia Tramontano

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La perizia psichiatrica aggrava la posizione del 31enne Alessandro Impagnatiello, imputato per il femminicidio della 29enne Giulia Tramontano: l’uomo era pienamente capace di intendere e di volere quella sera del 27 maggio 2023, quando uccise con 37 coltellate la fidanzata incinta di 7 mesi nella loro casa a Senago, alle porte di Milano.

La perizia smentisce la tesi della difesa

È quanto hanno stabilito lo psichiatra forense Pietro Ciliberti e il medico legale Gabriele Rocca nella perizia disposta e depositata nel processo a carico dell’ex barman.

“Non vi sono elementi per ritenere che al momento del fatto trovino applicazione i requisiti psichiatrici per ritenere un vizio di mente parziale o totale”, recita uno dei passaggi della perizia che sarà discussa in aula il 21 ottobre.

“Siamo sicuri che il signor Impagnatiello stia mentendo”, aveva detto Giovanni Cacciapuoti, avvocato della famiglia Tramontano. “Siamo certi che questa perizia fugherà ogni dubbio”.

La difesa aveva depositato una consulenza secondo la quale Alessandro Impagnatiello sarebbe stato affetto da un disturbo della personalità di tipo “paranoide”.

Cosa rischia Alessandro Impagnatiello

Alessandro Impagnatiello rischia l’ergastolo. L’ormai ex barman uccise Giulia Tramontano nel salotto di casa dopo che lei aveva smascherato la sua la relazione parallela con una collega.

Impagnatiello tempestò Tramontano con decine di coltellate, poi cercò di bruciare il corpo e infine lo nascose dentro una intercapedine fra i garage a seicento metri da casa.

Sulla sua testa pendono le accuse di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dai futili motivi e dall’aver ucciso la convivente, di interruzione di gravidanza non consensuale e di occultamento di cadavere.

“Ho voluto credere di essere pazzo, ma non penso di esserlo”, aveva dichiarato nel corso dell’interrogatorio in aula al cospetto dei giudici della Corte d’Assise di Milano. “Ero un vaso completamente saturo di bugie e di menzogne”, aveva aggiunto.

Giulia avvelenata con il topicida

Prima delle coltellate, Alessandro Impagnatiello avrebbe tentato di avvelenare Giulia con il topicida per indurle l’aborto. Tracce di veleno per topi vennero trovate nel corso dell’autopsia nell’organismo della ragazza e nel feto, anche se in quantità ridotta perché la placenta aveva fatto da filtro.

Fonte foto: ANSA

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