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CRONACA NERA

Imane Fadil, archiviata l'indagine sulla morte della modella testimone nel processo Ruby

Il gip di Milano ha archiviato l'inchiesta sulla morte di Imane Fadil, testimone nel processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi

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Antonio Cardarelli

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione alla Sapienza e master in Giornalismo Digitale alla Pul di Roma, è giornalista professionista dal 2007. Ha lavorato come redattore in diversi quotidiani locali e, successivamente, ha ricoperto lo stesso ruolo per siti di informazione nazionali, per i quali ha anche seguito i canali social.

Nessun responsabile per la morte di Imane Fadil, la modella di origine marocchina testimone nel processo “Ruby Ter”. Deceduta in circostanze ritenute inizialmente poco chiare il primo marzo del 2019, la vicenda giudiziaria legata a Imane Fadil si è chiusa con l’archiviazione. Alessandra Cecchelli, giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano, ha archiviato le posizioni di 12 medici indagati per omicidio colposo.

Imane Fadil testimone nel processo Ruby Ter

Imane Fadil è stata testimone nel processo “Ruby Ter”, relativo alla presunta compravendita di testimonianze da parte dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Secondo la tesi dell’accusa, Berlusconi avrebbe corrotto alcune donne che avevano partecipato alle cene nella villa di Arcore per indurle a mentire in aula. In un filone del processo Ruby Silvio Berlusconi è stato assolto, ma ci sono ancora altri filoni aperti.

Il ricovero in ospedale e l’ipotesi avvelenamento

Ricoverata il 29 gennaio del 2019 all’Humanitas di Rozzano (Milano) in condizioni molto gravi, Imane Fadil era poi morta circa un mese dopo.

Nonostante gli approfondimenti medici e l’approccio multidisciplinare, l’equipe medica non era riuscita a individuare le cause della malattia che aveva portato al decesso della donna.

Dopo il decesso alcune ricostruzioni di stampa, che non hanno poi trovato alcun fondamento, avevano parlato di un possibile decesso dovuto a un avvelenamento da materiale radioattivo.

Imane Fadil (a destra) all’esterno del tribunale di Milano

Imane Fadil morta per una rara aplasia polmonare

L’inchiesta aperta dalla Procura di Milano, circa sei mesi dopo il decesso, ha accertato che Imane Fadil era morta per una rara forma di aplasia midollare. Da qui la richiesta di archiviazione avanzata dalla stessa Procura, che ora ha escluso anche eventuali responsabilità colpose da parte dei medici dell’Humanitas di Rozzano.

Secondo i consulenti nominati dalla procura “non esistono prove che una gestione clinica differente della vicenda avrebbe senza dubbio scongiurato il verificarsi del decesso”.

Archiviata la posizione dei medici

Il gip, in linea con le conclusioni dei consulenti, ha disposto dunque l’archiviazione per i 12 medici. Si tratta della seconda richiesta di archiviazione dopo quella per omicidio volontario a carico di ignoti che, in precedenza, era stata respinta dal gip che aveva ordinato nuovi accertamenti sull’operato dei medici coinvolti nella gestione di Imane Fadil durante il ricovero.

Fonte foto: ANSA

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