Il video della barca in fiamme usata dai migranti al largo della Libia: colonna di fumo nero impressionante
Il video denuncia diffuso da Medici senza Frontiere testimonia una pratica comune per la Guardia Costiera libica. Nel barchino almeno 50 migranti
Ennesimo episodio amaro legato ai fenomeni migratori del Mediterraneo centrale. Giovedì 8 giugno una piccola imbarcazione, carica di migranti, è stata intercettata nelle acque della Libia dalla Guardia costiera locale. Dopo aver trasferito a bordo le persone, il barchino è stato incendiato e i naufraghi riportati indietro. A denunciare l’episodio l’organizzazione Medici senza frontiere, che ha condiviso foto e video della barca in fiamme.
- La denuncia di Medici senza frontiere
- Una pratica comune in Libia
- Il supporto italiano alla Libia
- L'accordo sul sistema di asilo
- Soddisfazione per Piantedosi
La denuncia di Medici senza frontiere
L’organizzazione umanitaria ha testimoniato che il team a bordo della Geo Barents “ha assistito a un respingimento della Guardia costiera libica in acque internazionali di un’imbarcazione con circa 50 persone a bordo”.
È stato il servizio di allarme Alarm Phone a segnalare la presenza del piccolo barchino blu in difficoltà. Tuttavia, quando i soccorritori sono arrivati, la nave era già stata intercettata da un’imbarcazione coordinata dai libici, che hanno trasbordato i migranti e poi dato alle fiamme il barchino.
Scene simili sono molto comuni nelle acque della Libia, secondo Medici senza Frontiere
Una pratica comune in Libia
Secondo quanto riferito da Medici senza frontiere, prima dell’arrivo del loro team sarebbe stata avvistata anche un’altra barca avvolta dalle fiamme.
“Purtroppo, l’intercettazione e il respingimento forzato dei migranti in Libia sono pratiche comuni nel Mediterraneo centrale, con il sostegno dell’Italia e dell’Europa” afferma Medici senza frontiere.
Il supporto italiano alla Libia
L’organizzazione ha ricordato che dal 2017 l’Italia ha firmato un memorandum d’intesa sulla migrazione con la Libia, volto al potenziamento delle capacità di controllo di questo Paese.
Da allora, Italia ed Europa hanno fornito supporto finanziario e risorse tecniche alla Libia per migliorare le possibilità di sorveglianza marittima della Guardia costiera locale.
L’accordo sul sistema di asilo
Nella stessa giornata, giovedì 8 giugno, a Lussemburgo si è riunito il Consiglio Ue degli Interni, per siglare un accordo sul Patto migrazione e asilo.
Il Consiglio ha adottato una posizione negoziale sui due regolamenti chiave riguardanti le procedure e il sistema di asilo. La presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, ha accolto con favore l’accordo e si è dichiarata pronta a iniziare i negoziati per raggiungere un accordo definitivo.
Soddisfazione per Piantedosi
Soddisfatto anche il ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, che di recente aveva imputato l’aumento degli sbarchi in Italia anche ad un atteggiamento “troppo morbido”.
Il ministro ha affermato che l’Italia, in questa occasione, ha ottenuto consensi sulle proposte avanzate e ha evitato l’ipotesi di diventare un centro di raccolta per migranti irregolari per conto dell’Europa.