Il testamento di Matteo Messina Denaro in un pizzino del 2013: lo sfogo contro la Chiesa e le ultime volontà
In un vecchio pizzino ritrovato dai carabinieri del Ros nel covo di Mazara del Vallo Matteo Messina Denaro ha scritto e firmato le sue ultime volontà
Le ultime volontà di Matteo Messina Denaro sono scritte in un pizzino del 2013 ritrovato dai carabinieri del Ros nel covo di Mazara del Vallo, che porta anche la firma del boss. Ora che Messina Denaro è in coma irreversibile, quelle parole tornano d’attualità.
L’attacco alla Chiesa
Nel pizzino, come riportato da ‘La Repubblica’, si legge: “Rifiuto ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato“.
E poi: “Non sono coloro che si proclamano i soldati di Dio a poter decidere e giustiziare il mio corpo esanime. Non saranno questi a rifiutare le mie esequie. Il rapporto con Dio è personale, non vuole intermediari e soprattutto non vuole alcun esecutore terreno. Gli anatemi sono espressioni umane non certo di chi è solo spirito e perdono”.
La dichiarazione “solenne” del boss: “Sono io in piena coscienza e scienza che rifiuto tutto ciò perché ritengo che il mio rapporto con la fede è puro, spirituale e autentico, non contaminato e politicizzato. Dio sarà la mia giustizia, il mio perdono, la mia spiritualità”.
Ancora Matteo Messina Denaro: “Chi come oggi osa cacciare e ritenere indegna la mia persona non sa che non avrà mai la possibilità di farlo perché io non lo consento, non ne darò la possibilità”.
Quando è stato scritto il pizzino
Il pizzino con le ultime volontà di Matteo Messina Denaro risale al maggio 2013 e, più precisamente, a quando la Chiesa proclamava beato don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla Mafia, ribadendo la scomunica ai mafiosi, negando il funerale.
L’ospedale San Salvatore dell’Aquila dove è ricoverato Matteo Messina Denaro, attualmente in coma irreversibile.
Le ultime notizie su Matteo Messina Denaro
Matteo Messina Denaro, affetto da un tumore, è in coma irreversibile nel reparto detenuti dell’Ospedale dell’Aquila.
Nel suo testamento biologico, il boss, arrestato nel gennaio del 2023, avrebbe manifestato la sua volontà di non subire l’accanimento terapeutico con l’uso delle macchine per essere tenuto in vita. Per questo, anche con l’assenso della famiglia, da alcune settimane è stato sottoposto alla terapia del dolore con la interruzione della chemioterapia. Da venerdì 22 settembre non è più alimentato.