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Il padre di Ilaria Salis si scaglia contro Tajani e Meloni: "Provo rabbia, ai domiciliari grazie alle Europee"

Il papà di Ilaria Salis ha sferrato un attacco al ministro Tajani e al governo Meloni dopo la notizia degli arresti domiciliari concessi alla figlia

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Il padre di Ilaria Salis, dopo la notizia degli arresti domiciliari concessi alla figlia, ha sferrato un duro attacco al ministro degli Esteri Antonio Tajani e al governo Meloni.

Cosa ha detto Roberto Salis su Tajani e il governo Meloni

In un’intervista concessa a La Repubblica, a proposito della notizia degli arresti domiciliari concessi alla figlia Ilaria, Roberto Salis ha ridimensionato i meriti dell’azione diplomatica del governo italiano.

Commentando le parole del ministro degli Esteri Tajani, che ha dichiarato che la svolta è stata merito di tutti, anche del governo, il papà di Ilaria Salis ha detto: “Tutta questa attenzione e quest’impegno del governo per i diritti dei suoi cittadini io francamente la vedo ancora molto nebulosa. Li dovrei ringraziare? Lasciamo stare…“.

Ilaria Salis

Roberto Salis ha poi aggiunto: “Su questa storia io non ho dei sassolini nelle scarpe, ho della ghiaia, ho i piedi sanguinanti e prima o poi svuoterò i cassetti di quel che ho da dire. Di certo come cittadini siamo stufi di dover implorare le istituzioni, che dovrebbero essere al servizio dei cittadini e che paghiamo per questo, affinché facciano il loro lavoro. Noi non abbiamo visto alcuna volontà concreta né da parte di Tajani né da parte di Nordio”.

Il papà di Ilaria Salis ha parlato anche al ‘Corriere della Sera’: “A essere sincero ho notato grande immobilismo e ho avuto segnali che, dopo la candidatura (Ilaria Salis è candidata alle elezioni Europee con Avs, ndr), le deboli attività svolte in precedenza a livello diplomatico si sono ulteriormente affievolite”.

La reazione del ministro Antonio Tajani

Durante un incontro a Livorno, ripreso dall’Ansa, il ministro degli Esteri ha replicato:

“Noi difendiamo e tuteliamo sempre i cittadini italiani, se la signora Salis chiederà di andare ai domiciliari in Italia noi sosterremo la proposta. Credo si possa fare e che non sia in contrasto con il diritto comunitario. Per il resto non rispondo a polemiche di cittadini, noi facciamo il nostro dovere e sono fiero di tutti i nostri diplomatici, fiero del lavoro che ha fatto la nostra ambasciata in Ungheria e di quello che ha fatto il nostro consolato. Non sono parole dette in libertà che possono offuscare l’immagine di donne e uomini che rappresentano il nostro Paese”.

La replica di Roberto Salis

Intervistato dall’Ansa, Roberto Salis ha replicato a Tajani dicendo che “parla di meriti dell’ambasciata e del Governom ma mi dovrebbe dire precisamente in che cosa consistono questi meriti perché io non lo so“.

E ancora: “La decisione di fare ricorso è stata unicamente della famiglia, non è stato un suggerimento dell’ambasciata né del ministero degli Esteri, né caldeggiata né suggerita da nessuna istituzione. Ma se sapessi di che meriti parla, sarei anche disposto pubblicamente a ringraziare sia l’ambasciatore che Tajani”.

Perché sono stati concessi gli arresti domiciliari a Ilaria Salis

Il papà di Ilaria Salis ha spiegato a ‘La Repubblica’ la sua teoria sul motivo per cui sono stati concessi gli arresti domiciliari alla figlia Ilaria: “Io credo che il merito sia dei giornalisti che si sono messi al lavoro e hanno sollevato il caso, della mobilitazione popolare che è nata dopo la diffusione delle immagini di Ilaria in catene al processo e della mobilitazione politica, compresa la scelta della candidatura, contro un processo che da subito è stato politico”.

Ilaria Salis tornerà in Italia?

Alla luce degli arresti domiciliari concessi a Ilaria Salis, i ministri Tajani e Nordio hanno aperto la porta all’ipotesi di un ritorno in Italia della docente accusata di aver aggredito due neonazisti.

Sempre a ‘La Repubblica’, Roberto Salis ha detto: “Quest’opzione esiste grazie a una legge quadro europea del 2009 che abbiamo invocato più volte senza successo. Adesso io credo che ci sia una strada molto più veloce per riportare Ilaria a casa ed è quella che passa dal sostegno di tutti i cittadini alle elezioni. All’udienza del 28 marzo i domiciliari a Budapest ci sono stati rifiutati con sdegno, da allora c’è stata solo la candidatura e guarda caso sono arrivati”.

Fonte foto: ANSA

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