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Il padre di Denise Pipitone ha chiesto di riaprire l'indagine archiviata sulla figlia scomparsa da 20 anni

A vent'anni dalla scomparsa e a tre dall'archiviazione del caso, il padre di Denise Pipitone ha chiesto la riapertura dell'indagine sulla sparizione della figlia

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Simone Gervasio

GIORNALISTA

Giornalista professionista, napoletano trapiantato a Milano, si occupa di cronaca, attualità, cultura pop e sport. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo, ha lavorato per diversi siti e redazioni. Oltre al web, ha avuto esperienze anche in tv e in radio

Il padre legale di Denise Pipitone, Tony Pipitone, ha chiesto di riaprire l’indagine – che era stata archiviata – sulla scomparsa della figlia, avvenuta vent’anni fa.

Caso Denise Pipitone, c’è una novità

Denise Pipitone era sparita a Mazara del Vallo, Trapani, il 1° settembre del 2004, quando non aveva ancora compiuto quattro anni. Tony Pipitone, che ora ha avanzato la richiesta, è l’ex marito della madre di Denise, Piera Maggio.

L’indagine era stata archiviata nel 2021 dal gip su richiesta della Procura di Marsala.

La bambina era sparita nel settembre 2004 da Mazara del Vallo, in Sicilia

La richiesta del padre: indagine da riaprire

Della richiesta di riaprire l’indagine ha parlato l’avvocata Luisa Calamia, legale di Pipitone. “Non posso dire se ci sono elementi nuovi perché la Procura non ha ancora provveduto sulla nostra istanza“, ha detto.

Tuttavia è opportuno credere che l’istanza sia arrivata poiché sono sorte circostanze inedite sul caso: per riaprire un’inchiesta infatti la novità è un elemento indispensabile.

Si tratta però ad ora solo di supposizioni perché dettagli in merito non sono ancora stati resi noti.

L’anniversario della scomparsa e la posizione della madre

Un tentativo di far riaprire il caso era già stato fatto nel maggio scorso.

Allora la madre di Denise, Piera Maggio, aveva detto: “In questi casi l’unica cosa che bisognava fare era mantenere il massimo riserbo. Senza che i veri genitori di Denise, quelli di fatto e non sulla carta, ricevano attacchi subdoli e vili da alcuni conoscenti e amici di penna di persone a noi non gradite”.

La stessa donna, in occasione del 20esimo anniversario della scomparsa della figlia, aveva scritto, insieme a Pietro Pulizzi, il padre biologico della bambina, un lungo post. “Dopo vent’anni dal sequestro di nostra figlia, non abbiamo nulla da aggiungere più di quanto non abbiamo già detto in tutti questi anni. Nel giorno della triste ricorrenza si rinnova più forte il nostro dolore misto alla rabbia per l’insuccesso nel ritrovamento di Denise e per la mancata giustizia. Questo caso è una delle vergogne italiane: il fallimento assoluto dei poveri d’animo e di senso umano. Non smetteremo mai di chiedere giustizia e verità. La nostra Denise è diventata figlia di tutta Italia, siamo convinti che prima o poi i colpevoli pagheranno per il male procurato, sia una pena terrena che divina. I minori scomparsi vanno cercati, non dimenticati”.

Cos’era successo a Mazara del Vallo

Quello di Denise Pipitone è uno dei casi più dibattuti e misteriosi degli ultimi anni. La bambina sparì il primo giorno del settembre 2004 mentre era con la nonna e giocava davanti casa a Mazara del Vallo. Allora uscì dall’abitazione per rincorre un cugino e, dopo aver svoltato l’angolo della strada, di lei si persero le tracce. L’ultimo suo avvistamento fu quello di una zia che l’aveva vista intorno alle 11.45 dirigersi verso casa.

Nel corso degli anni tantissime piste sono state battute nel tentativo di scoprire qualcosa in più sulla sua sorte: l’ipotesi più probabile, quella che la sua stessa famiglia ha sempre ritenuto più plausibile, resta quella del rapimento.

Proprio i contrasti in famiglia e la fattispecie dei due padri della bambina – uno legale e uno biologico – sono stati al centro di diverse indagini che però non hanno portato a risultati.

Fonte foto: ANSA

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