Denise Pipitone e la rabbia della mamma Piera Maggio per "ciò che non è stato fatto": dove bisogna cercare
La mamma di Denise Pipitone, Piera Maggio, parla a pochi giorni dall'anniversario dei vent'anni dalla scomparsa della figlia, tenendo accesa la speranza
Piera Maggio tiene accesi i riflettori e la speranza su Denise Pipitone, la figlia scomparsa a quattro anni da Mazara del Vallo, l’1 settembre 2004. “Sono passati vent’anni ed è dura. Perché Denise va cercata, e non archiviata come una pratica completata” ha detto a pochi giorni dall’anniversario della sparizione della bambina. La 53enne parteciperà alla prima giornata del “PaceFest” di Caltabellotta, in provincia di Agrigentino, da dove tornerà a sfogare la sua rabbia per il mistero ancora irrisolto.
La rabbia di Piera Maggio
“Denise non è scomparsa, ma è stata sequestrata, portata via. I bambini non spariscono nel nulla, è innaturale che avvenga” è lo stato lo sfogo di Piera Maggio.
“Sono vent’anni di dolore e di lotta continua – ha detto ancora – per fare in modo che Denise non venga dimenticata, che ci siano verità e giustizia a questo mondo. Io non ho pace, e non ne avrò mai perché non ci sono le chiarezze dovute. Un conto è quando inizia un dramma e poi finisce; invece qui non ha fine, sei sospeso nel vuoto all’infinito. Siamo qui e non molliamo, con la speranza che un giorno Denise riappaia”.
Piera Maggio con una foto di Denise Pipitone all’epoca della scomparsa
Il caso di Denise Pipitone
Giovedì 22 agosto, Piera Maggio sarà tra gli ospiti del PaceFest, per parlare del caso di Denise Pipitone.
“Le nostre idee le abbiamo ben chiare e da sempre. Quattro mesi sono pochi per chiudere un’indagine di questa portata, bisognava approfondire le intercettazioni ma non sono io a dover dire a un magistrato cosa fare” ha affermato la 53enne all’Ansa, ribadendo di voler continuare la sua battaglia nonostante l’archiviazione dell’inchiesta.
In questi 20 anni sono state prese in considerazione decine segnalazioni e approfondite diverse ipotesi, ma nessuna finora ha portato a risolvere il mistero della scomparsa della bambina. “Di tanto in tanto una segnalazione arriva, ma io – ha sottolineato la donna – non me ne innamoro mai. Non si può pensare che una ragazza qualsiasi possa essere Denise, anche perché non c’è più un viso a cui appigliarsi”.
Dove cercare
“Non farò appelli, ne ho fatti troppi – ha detto ancora Piera Maggio -. La scia di dolore si è trasformata in rabbia, per quello che andava fatto e non si è fatto, di chi all’epoca lavorava sul campo e non si è mosso. Attendiamo forse un magistrato che scavi a fondo. Ecco, il mio appello è di cercare nei faldoni“.
“Perché non è arrivato un estraneo da monti lontani a prendersi la mia bambina – ha aggiunto la mamma di Denise – Ci fossero altre piste, le avremmo seguite. Ma dopo tre gradi di giudizio e un’assoluzione per insufficienza di prove, non posso andare oltre, avrei da dire altro ma è giusto fermarsi qui”.