Il caso Chiara Petrolini a Quarto Grado, la Procura starebbe per chiedere il carcere: l'ipotesi sui complici
La Procura starebbe pensando di chiedere il carcere per Chiara Petrolini: l'esclusiva a Quarto Grado sul caso dei neonati trovati morti a Parma
Le indagini sul caso Chiara Petrolini non si fermano: la madre dei neonati rinvenuti morti a Traversetolo, in provincia di Parma, non ha risposto alle domande del gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia di giovedì 26 settembre. Una "scelta prettamente tecnica", ha riferito ai giornalisti il suo avvocato Nicola Tria.
Nel corso della puntata di Quarto Grado andata in onda venerdì 27, però, l’inviato Giammarco Menga ha riportato un aggiornamento delle ultime ore: la Procura starebbe pensando di presentare un appello al Tribunale del Riesame in quanto ritiene che gli arresti domiciliari disposti per la ragazza non sarebbero sufficienti, rispetto ai tre criteri che impongono la misura cautelare.
Brevemente, l’inviato ha riferito che la Procura potrebbe chiedere il carcere per la 21enne accusata di omicidio volontario e soppressione di cadavere. A portare la Procura su questa strada sarebbe la mancata collaborazione della ragazza, che inizialmente ha riferito che entrambi i bambini fossero nati morti. Una verità smentita dall’analisi tecnica del suo telefonino, dal quale la giovane aveva effettuato ricerche e per nascondere la gravidanza e per liberarsi dei corpi.
Nel frattempo, i cellulari dei genitori di Chiara Petrolini sono stati restituiti, ma dopo l’ottenimento delle copie forensi. Resta da capire se davvero i suoi amici – che la 21enne ha chiesto di incontrare prima dell’arresto – e il suo ex fidanzato non fossero a conoscenza dell’accaduto. Ad esempio, come ha riferito Pomeriggio Cinque, Chiara Petrolini avrebbe tentato di contattarlo su WhatsApp per chiedergli un incontro, ma lui non avrebbe mai risposto.