Draghi, caos M5s: decine di senatori valutano il no alla fiducia
Dopo la presentazione della lista dei ministri del governo Draghi il movimento rischia di spaccarsi definitivamente
Mario Draghi presenta la lista dei ministri del nuovo governo e nel Movimento Cinque Stelle scoppia la ribellione. Nell’esecutivo il M5s vede confermati Luigi Di Maio agli Esteri, Federico D’Inca ai Rapporti col Parlamento, con Fabiana Dadone e Stefano Patuanelli che migrano rispettivamente al ministero delle Politiche giovanili e a quello dell’Agricoltura. Ma per la fronda interna dei parlamentari non basta. Secondo il Corriere, dopo l’annuncio di Draghi, un gruppo di senatori ha chiesto una riunione d’urgenza a Vito Crimi per valutare la fiducia.
Il primo a reagire è stato Alessandro Di Battista, fresco di addio al M5s, commentando su Facebook “Ne valeva la pena?” appena dopo la comunicazione della squadra dei ministri. Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, le chat grilline sarebbero in fermento. “Tutti convinti di votare questo governo?” chiede qualche deputato. “Siamo stati asfaltati” sentenzia qualcun altro. E ancora: “La Lega e Forza Italia tra poco contano più di noi”, sono solo alcune delle reazioni raccolte.
Se da una parte i deputati sono in subbuglio, dall’altra l’area di governo esprime soddisfazione, anche il garante Beppe Grillo che avrebbe festeggiato la scelta di Roberto Cingolani al ministero della Transizione ecologica.
Così ha scritto Vito Crimi su Facebook: ”Buon lavoro al Presidente Mario Draghi che dovrà guidare il Paese in questa difficile fase storica. Il MoVimento 5 Stelle garantirà il suo sostegno all’esecutivo con lealtà e correttezza. Auguro buon lavoro, in particolare, ai 4 ministri del MoVimento e a Roberto Cingolani, nuovo Ministro per la Transizione Ecologica, il dicastero che abbiamo fortemente voluto e che caratterizzerà l’intera azione di questo governo. Questo è il governo della transizione ecologica”.
Sia il capo politico che il fondatore sono messi sotto accusa dai dissidenti. Sarebbero 2-3 senatori e 8-10 deputati pronti a passare all’opposizione, ma non solo. Secondo le indiscrezioni nel fine settimana sarebbe previsto un incontro online che vedrà la partecipazione di 11 senatori e 25 deputati. Al centro del dibattito la possibilità di votare no alla fiducia del governo Draghi. Con una scissione, in quel caso, che diventerebbe sempre più concreta.
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