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RITIRO PRODOTTI ALIMENTARI

Gorgonzola dolce ritirato per Listeria dai supermercati: il richiamo del Ministero e i rischi per l'uomo

Gorgonzola ritirato dagli scaffali dei supermercati per possibile presenza di Listeria: qual è il lotto e cosa fare in caso di acquisto

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Rischio microbiologico. Il Ministero della Salute ha reso noto di aver richiamato del formaggio gorgonzola DOP dai supermercati. Si tratta di varie versioni, ma comunque tutte appartenenti a un unico lotto: il motivo è la possibile presenza del batterio Listeria Monocytogenes. Ecco cosa fare nel caso in cui si siano acquistate le confezioni nei supermercati e quali sono i rischi nel caso si sia consumato il prodotto in questione.

Qual è il lotto a rischio Listeria

Il Ministero della Salute ha disposto il ritiro di un lotto, considerato a rischio microbiologico, il 2 febbraio 2024: possibile la presenza del batterio Listeria monocytogenes.

Quello che si sa è che il marchio di identificazione dello stabilimento è IT0162CE e che il gorgonzola è stato prodotto da Palzola Srl, precisamente nello stabilimento di Cavallirio (Novara). Il lotto coinvolto è:

  • D16423A

Il gorgonzola ritirato dal Ministero della Salute

Le forme coinvolte sono quella intera, la mezza forma e le selezioni di un quarto e di un ottavo: hanno tutte la data di scadenza fissata al 20 marzo 2024.

Cosa fare se si sono acquistati i formaggi ritirati

Se avete acquistato uno dei prodotti del lotto in questione, la raccomandazione delle autorità sanitarie è di non consumarne il contenuto.

Anzi, va riportato al punto vendita per richiederne la sostituzione o il rimborso.

Cosa si rischia con la Listeriosi

Tutti i dettagli sull’infezione da batterio Listeria monocytogenes – Listeriosi – sono riportati sul sito del Ministero della Salute.

Si tratta di un batterio molto diffuso nell’ambiente, in grado di resistere anche alle basse temperature.

Il rischio infezione riguarda soprattutto i soggetti fragili: donne incinte, anziani, neonati e persone immunodepresse, che potrebbero sviluppare una forma grave della malattia a prescindere dalle quantità di cibo contaminato ingerito.

Il consiglio è consumare i cibi dopo la cottura, visto che il batterio non sopravvive, e soprattutto tenerli separati da altri cibi durante le fasi di preparazione: il batterio, infatti, può comunque contaminare cibi già cotti.

Gli alimenti a rischio sono diversi, tra cui:

  • latte
  • verdura
  • formaggi molli
  • carni poco cotte
  • insaccati poco stagionati

Fonte foto: 123RF

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