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Giuliano Amato e le dichiarazioni sulla strage di Ustica: la mossa della Procura di Roma dopo le sue parole

All’inizio della prossima settimana si terrà un vertice in Procura per capire se è il caso di convocare l’ex premier in merito alla vicenda Ustica

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Ubaldo Argenio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cultura, sport e cronaca, scrive anche di attualità, politica e spettacolo. Laureato in Scienze della Comunicazione, inizia a collaborare con testate locali di Benevento per poi passare a testate nazionali, per le quali si è occupato principalmente di approfondimenti sportivi e culturali. Lavora anche come editor.

Dopo le recenti dichiarazioni di Giuliano Amato sulla strage di Ustica, la prossima settimana si terrà un vertice nella Procura di Roma, durante il quale verrà fatto un punto sull’andamento dell’inchiesta e si deciderà se ascoltare l’ex premier in qualità di persona informata dei fatti.

Il vertice in Procura

La prossima settimana, presso la Procura di Roma, si terrà un vertice inerente la strage di Ustica tra il pm titolare dell’inchiesta, Erminio Amelio, l’aggiunto dell’Antiterrorismo, Michele Prestipino, e il procuratore capo Francesco Lo Voi, i quali saranno impegnati a fare un punto sull’attuale stato dell’indagine.

Gli interessati dovranno vagliare le nuove possibilità di indagine, alcune delle quali nate in seguito alle recenti dichiarazioni esternate dall’ex premier Giuliano Amato, e alle conseguenti risposte arrivate dal mondo della politica.

Il relitto dell’aereo di linea DC9 della compagnia aerea italiana Itavia (precipitato vicino all’isola di Ustica, il 27 giugno 1980, facendo 81 vittime) ricostruito nell’hangar di Pratica Di Mare, Roma, il 15 dicembre 2003

Il vertice nella Procura capitolina servirà infatti anche a decidere se convocare e ascoltare quanto ha da dire l’85enne Amato, in qualità di persona informata dei fatti, sulla strage di Ustica e sulle sue recenti dichiarazioni riguardo le responsabilità francesi della vicenda.

Le parole di Giuliano Amato

Giuliano Amato, che per due volte è stato Presidente del Consiglio dei ministri, oltre ad aver occupato diversi ed importanti ruoli istituzionali come quello di ministro, o di giudice e poi Presidente della Corte costituzionale, ha recentemente condiviso con il pubblico la sua versione su quanto accaduto il 27 giugno 1980 nel Mar Tirreno meridionale.

Secondo Amato, a causare l’abbattimento del volo di linea IH870 della compagnia aerea Itavia, effettuato da un aeromobile Douglas DC-9, sarebbe stato un duello fra caccia della Nato (francesi o statunitensi) contro uno o più Mig libici.

Stando alla versione dell’ex premier, il volo civile italiano si sarebbe trovato casualmente sulla linea di tiro del caccia francese, che avrebbe abbattuto per sbaglio il DC-9.

Un’inchiesta senza fine

I magistrati, a distanza di oltre quarant’anni dalla vicenda, si stavano avviando verso l’archiviazione, ma le nuove rivelazioni di questi giorni con molta probabilità costringeranno i pm a tornare sulle carte e ad approfondire nuovamente tutti gli elementi in loro possesso, oltre all’acquisizione di quelli nuovi.

Durante una conferenza tenutasi nella giornata di ieri – martedì 5 settembre – Amato ha voluto chiarire alcune delle sue posizioni, affermando in ogni caso di non essere intenzionato a ritrattare quanto dichiarato, augurandosi anzi che altre persone possano finalmente parlare, dato che “la politica può ancora fare molto per la verità”.

“Non ho mai detto che stavo dando la verità su Ustica – ha poi aggiunto Amato – Ho detto che portavo avanti l’ipotesi ritenuta più credibile tra quelle formulate, specificando che non avevo la verità da offrire ma il mio scopo era provocare se possibile un avvicinamento alla verità. Se Macron dimostra che è infondata bene, se no deve chiedere scusa”.

Fonte foto: ANSA

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