Giovanni Toti arrestato per corruzione in Liguria, Sansa invoca dimissioni in Consiglio: mozione di sfiducia
Giovanni Toti è ancora agli arresti domiciliari e i consiglieri di opposizione della Regione Liguria presentano una mozione: l'intervista a Ferruccio Sansa
Proteste, richieste di dimissioni, bagarre. È una giornata movimentata, l’ennesima, per la politica della Liguria. La mattina di martedì 28 maggio, pochi istanti dopo l’inizio della seduta, i lavori del Consiglio regionale sono stati immediatamente sospesi: a protestare, al grido di “dimissioni” e “andate a casa“, un gruppo di persone che dagli spalti ha chiesto il passo indietro del presidente Giovanni Toti, agli arresti domiciliari per corruzione dal 7 maggio. L’intervista a Ferruccio Sansa, consigliere regionale di opposizione, ai microfoni di Virgilio Notizie.
- La protesta al Consiglio regionale della Liguria contro Giovanni Toti
- La mozione del consigliere Ferruccio Sansa
- L'intervista a Ferruccio Sansa
La protesta al Consiglio regionale della Liguria contro Giovanni Toti
Mentre in aula l’opposizione chiedeva le dimissioni di Giovanni Toti, la protesta montava anche fuori.
Nella piazza antistante la sede del Consiglio regionale, circa un centinaio di persone con cartelloni e striscioni.
Anche loro hanno chiesto una “politica trasparente” e le dimissioni del presidente, in una protesta convocata dalle opposizioni, ma anche dalla società civile con comitati e associazioni.
La mozione del consigliere Ferruccio Sansa
Il consigliere Ferruccio Sansa, giornalista e già candidato, 4 anni fa, alle regionali con Pd e M5s, ha annunciato una mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni (Pd, Linea Condivisa, M5S):
“Al di là di quello che saranno gli esiti dell’inchiesta, il fallimento politico della giunta Toti è ormai evidente e conclamato, a partire dalla gestione sanitaria, in profondo disavanzo, proseguendo per le politiche ambientali, ai trasporti, dalle infrastrutture alla casa, dal sociale alla cultura”.
L’intervista a Ferruccio Sansa
Cosa rappresenta questa mozione e quali possono esserne gli esiti?
“Tutti i gruppi d’opposizione hanno abbandonato i lavori del Consiglio regionale dopo che è stata respinta la proposta di convocare subito un ufficio di presidenza per calendarizzare la votazione immediata della mozione di sfiducia contro il presidente della Regione. Il consiglio riprenderà nel pomeriggio e comunque bisognerà decidere quando votare questa mozione di sfiducia. Potrebbe accadere anche entro il prossimo fine settimana. È essenziale che la cittadinanza e la politica siano insieme, perché da soli non andiamo da nessuna parte. E i cittadini e le cittadine rischiano di non essere ascoltati. Stavo rileggendo proprio ora l’interrogatorio di Toti. È tutto lì: in quell’interrogatorio c’è già la spiegazione del perché deve dimettersi. Vi leggo un passaggio che da solo dice tutto, è Toti che parla con l’imprenditore Aldo Spinelli. E dice: “Il 29 va la tua roba” – ovvero delle concessioni che Spinelli ha chiesto. “Ricordati”- dice Toti – “che io sto aspettando anche una mano”. È tutto lì”.
È da tempo che lei denuncia quello che viene definito “sistema Toti” in totale solitudine.
“Non è una questione di destra o sinistra, ma di tradimento. La cittadinanza è molto smarrita. Ha un presidente di Regione che è agli arresti domiciliari e un sindaco di Genova, Marco Bucci, che non è indagato – ripetiamolo sempre, non lo è – ma che andava a braccetto con tutte queste persone. Andava sullo yacht di Spinelli. E i finanziamenti di Spinelli sono serviti al suo schieramento. Ormai è un sindaco dimezzato. Il rischio è che si passi alla resa dallo smarrimento. E invece penso che questa crisi possa diventare una grandissima occasione”.
In che senso?
“Non parlo di me e della mia lista, ma della politica e delle istituzioni. Genova ha avuto moltissimi scandali negli ultimi 50 anni. Quello per i festeggiamenti delle colombiane negli anni ‘90, per esempio, l’inchiesta della procura di Genova sui 49 milioni della Lega. Anche con le banche non ci siamo fatti mancare niente. Prendiamo il caso Carige: si sono mangiati centinaia di milioni di piccoli risparmiatori e abbiamo perso la banca. Ecco: io spero veramente che questa sia la grande occasione, che da Genova e dalla Liguria parta un nuovo modo di fare politica e di intendere il rapporto tra politica, istituzioni ed economia”.
Come si dovrebbero finanziare i partiti?
“Esiste il 2 per mille. Certo, il problema è che la gente non sceglie di dare quei soldi ai partiti perché giustamente non c’è più fiducia. Le forze politiche stesse vogliono avere quei soldi senza avere la fiducia dei cittadini. Intanto i partiti cambino. Poi possiamo ragionare di altre forme di finanziamento”.
Lei parla di grande occasione. Come si fa però con il rischio di astensionismo, rifugio sempre più prediletto di elettori ed elettrici delusi da troppi anni di politica lontana dalle loro esigenze?
“Ci vorrebbe un Trump buono. Mi spiego (sorride). L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump purtroppo dà voce a tutti gli istinti più bassi delle persone. Ecco: ci vorrebbe un politico, una politica che parli senza filtro per dare voce agli istinti buoni della cittadinanza. Cominciamo a dire quello che pensiamo e sentiamo per davvero. La gente prima di tutto premia la fiducia. Vota qualcuno o qualcuna di cui magari non condivide tutto, ma di cui si fida. Basta ‘lisciare il pelo’ alle persone: diciamo quello che pensiamo, anche quando è scomodo”.