Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti: chi sono i nuovi santi canonizzati da papa Francesco
Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti sono i nuovi santi: il primo è ricordato come il vescovo dei migranti, il secondo si dedicò agli infermi
Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti sono santi. Papa Francesco ha officiato il rito di canonizzazione questa mattina alle 10:30 in piazza San Pietro a Roma.
- Chi è Giovanni Battista Scalabrini
- Una canonizzazione a metà fra la santità e la politica
- Chi è Artemide Zatti
Chi è Giovanni Battista Scalabrini
Il vescovo Giovanni Battista Scalabrini nacque l’8 luglio 1839 a Fino Mornasco, un comune nella provincia di Como.
Viene ricordato per essere il fondatore delle congregazioni dei missionari e delle suore di san Carlo Borromeo, che dal suo nome vengono definiti ‘scalabriniani’. Per la sua opera papa Giovanni Paolo II lo proclamò beato il 9 novembre 1997.
Giovanni Battista Scalabrini voleva fare il missionario, ma divenne prete e vescovo, senza mai perdere di vista l’attenzione per le tematiche sociali.
Viene comunemente definito ‘il vescovo dei migranti’ per la sua opera di conforto e di sostegno materiale agli immigrati che dall’Italia, e non solo, raggiungevano le Americhe.
Scalabrini è stato santificato tramite un processo di canonizzazione semplificato: in genere per dare il via al processo di santificazione occorre provare due miracoli post mortem.
La dispensa dal secondo miracolo è stata decretata da papa Francesco.
Il miracolo attribuito a San Giovanni Battista Scalabrini, e che portò alla sua beatificazione nel novembre del 1997, fu la guarigione dal tumore di suor Paolina, una religiosa scalabriniana.
‘Avvenire’ riporta una dichiarazione di padre Leonir Chiarello, il superiore generale dei missionari scalabriniani, per il quale la canonizzazione di Giovanni Battista Scalabrini ha anche una valenza politica e sociale.
Una canonizzazione a metà fra la santità e la politica
Così dice padre Chiarello: “È un invito alla Chiesa, alla società e alla comunità internazionale a ricordare la corresponsabilità che abbiamo nell’accoglienza e nella protezione delle persone migranti e rifugiate, oltre all’impegno di promuovere il diritto allo sviluppo e alla pace per evitare le migrazioni forzate”.
“Papa Francesco ci invita a seguire l’esempio del nostro fondatore”, conclude padre Leonir Chiarello.
Se così fosse, si tratterebbe del testamento politico di Papa Francesco, il quale dopo i recenti problemi di salute che lo hanno spesso costretto a spostarsi su una sedia a rotelle ha ammesso che potrebbe valutare di lasciare il suo ruolo di pontefice.
Chi è Artemide Zatti
Artemide Zatti nacque da una famiglia di umili origini il 12 ottobre 1880 a Boretto, un piccolo centro in provincia di Reggio Emilia. La sua famiglia emigrò in Argentina per sfuggire alla miseria e lì il giovane Artemide fu attratto dalla vita religiosa.
Anche Artemide Zatti, dunque, era un migrante. Un migrante che intendeva diventare un salesiano.
Ammalatosi a sua volta di tubercolosi nell’assistenza di un sacerdote malato, fu mandato in Patagonia per via del clima più salubre. Lì si dedicò all’assistenza dei malati, attività che lo occupò per il resto della sua esistenza.
Una volta guarito decise di rinunciare al sacerdozio per divenire fratello laico salesiano. Intraprese dunque il suo lavoro a titolo gratuito come infermiere presso ospedale San Giuseppe di Viedma. Col passare degli anni ne divenne vicedirettore e amministratore.
Zatti si distinse per l’instancabile assistenza dei malati a qualsiasi ora del giorno e della notte, sia in ospedale che presso le loro dimore. Morì a causa di un tumore il 15 marzo 1951 e fu beatificato nel 2002 da papa Giovanni Paolo II.
Anche per la beatificazione di san Artemide Zatti è bastato un solo miracolo: la guarigione dalla setticemia di un giovane salesiano avvenuta il 18 aprile 1980.