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Giorgia Meloni vuole il "liceo del made in Italy": l'annuncio della premier sul nuovo piano del Governo

La premier Giorgia Meloni rivela che il Governo sta pensando all'istituzione di un "liceo del made in Italy": in cosa consiste

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Giorgia Meloni vuole un “liceo del made in Italy”. La premier, durante l’incontro al Vinitaly di Verona con degli studenti di un istituto agrario, lunedì 3 aprile ha dichiarato che il Governo sta lavorando a un tipo di scuola con percorsi focalizzati su cultura, territori e identità.

Cos’è il “liceo del made in Italy” di cui parla Giorgia Meloni

In cosa consisterebbe il “liceo del made in Italy” lo ha spiegato rapidamente la stessa premier.

Elogiando gli istituti tecnici, parlando con un gruppo di studenti di un agrario nella cornice di Vinitaly a Verona, Giorgia Meloni ha dichiarato che “non c’è niente di più profondamente legato alla nostra cultura“. Ed è una delle ragioni per cui il Governo lavora al “liceo del made in Italy”.

La premier Giorgia Meloni ospite di Vinitaly, a Verona

“Stiamo pensando a un liceo del made in Italy – ha aggiunto la presidente del Consiglio – per valorizzare percorsi che spieghino il legame che esiste tra nostra cultura, i territori e la nostra identità”.

Giorgia Meloni si è poi congratulata con gli studenti dell’istituto agrario perché “siete stati molto lungimiranti“, ricordando che quando si dice che con la scelta “del liceo avresti avuto uno sbocco mentre opportunità minori con un istituto tecnico dimentichiamo che in questi istituti c’è una capacità di sbocco professionale molto più alta di altri percorsi”.

Fratelli d’Italia contro le parole straniere

Nei giorni scorsi il deputato di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli, aveva proposto un ddl contro le parole inglesi e straniere a tutela della lingua italiana, con multe da 5 mila a 100 mila euro per chi non la dovesse usare nelle istituzioni, nelle società partecipate come la Rai e in tutta la pubblica amministrazione, comprese scuole e università.

Il fatto che la premier stessa abbia parlato di “liceo del made in Italy”, ricorrendo quindi all’inglese, lascia pensare che la battaglia di Rampelli sia parecchio in salita.

Giorgia Meloni e la polemica su La Russa e Via Rasella

Al Vinitaly a Verona, la premier è stata poi incalzata dai giornalisti sulle frasi di Ignazio La Russa, presidente del Senato ed esponente di Fratelli d’Italia, in merito a via Rasella.

Giorgia Meloni ha dichiarato che si è trattata di “una sgrammaticatura istituzionale che La Russa ha risolto da solo. Ha chiesto scusa, mi pare che la polemica sia chiusa. L’ha risolta lui“.

Fonte foto: ANSA

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