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La Russa chiede scusa per le parole su via Rasella ma per l'opposizione non basta. Schlein: "Inadatto"

All'indomani dell'intervista sull'attentato partigiano il presidente del Senato si ricrede, ma l'Anpi fa sapere che non sarà invitato per il 25 aprile

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Ignazio La Russa fa marcia indietro sulle parole in merito all’attentato di via Rasella e chiede scusa, ma per le opposizioni non basta. Travolto dalle polemiche per non aver definito nazisti i morti provocati dall’azione della Resistenza partigiana del 23 marzo del 1944,  il presidente del Senato è tornato sulle sue parole: “Ho sbagliato a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti, ma credevo che fosse ovvio e scontato oltre che notorio”. La bufera però non si placa e, mentre la segretaria del Pd, Elly Schlein, considera La Russa “inadatto al ruolo”, l’Anpi fa sapere che la seconda carica dello Stato non sarà invitata sul palco delle celebrazioni del 25 aprile a Milano.

Via Rasella, le scuse di La Russa

In un’intervista a ‘Terraverso’, il podcast condotto da Pietro Senaldi, direttore di Libero Quotidiano (non lo storico portale, ndr.) Ignazio La Russa aveva dichiarato che l’attentato di “via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della Resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi pensionati e non nazisti delle SS“.

La Russa chiede scusa per le parole su via Rasella ma per l'opposizione non basta. Schlein: Fonte foto: ANSA

A distanza di un giorno il presidente del Senato ha inviato un comunicato in cui ha rivisto le sue parole sull’attacco partigiano che portò poi all’eccidio delle Fosse Ardeatine: “Spiace sinceramente – ha scritto La Russa – che nell’ambito di una lunga intervista rilasciata a Libero a seguito delle mie poche parole in risposta ad una precisa domanda sulle pretestuose critiche indirizzate a Giorgia Meloni in occasione delle celebrazioni per l’eccidio delle Fosse Ardeatine – a cui ho più volte partecipato con profondo sdegno e commozione – sia nata una polemica più ampia di quella che volevo chiudere”.

“Al riguardo, non ho difficoltà a precisare che ho sbagliato a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti ma credevo che fosse ovvio e scontato oltre che notorio” ha dichiarato il presidente del Senato.

Non so poi se effettivamente è errata la notizia, più volte pubblicata e da me presa per buona, che i riservisti altoatesini inquadrati nella Polizia tedesca facessero anche parte della banda militare del corpo – ha aggiunto la seconda carica dello Stato – Anzi, quel che è certo, è che proprio per evitare polemiche mi sono volutamente astenuto nel dire che sull’azione partigiana di via Rasella molti, anche di sinistra, sono stati assai critici. Mi sono limitato a dire ‘non è stata una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana'”.

“Fatte salve le persone che hanno commentato pretestuosamente e in prevenuta malafede, voglio invece scusarmi con chi anche in forza di resoconti imprecisi abbia comunque trovato motivi di sentirsi offeso” ha concluso La Russa.

Le reazioni delle opposizioni

Per le opposizioni il passo indietro del presidente del Senato non è però sufficiente: “Non bastano le scuse – ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein – perché quotidianamente sentiamo affermazioni gravissime da persone che ricoprono cariche importanti. Ieri non solo sono arrivate su via Rasella con l’intento di riscrivere la storia: ma abbiamo sentito parlare di donne come forni, frigoriferi, che sono anche modi per evitare le domande che le opposizioni stanno facendo”.

“Qui non siamo più nel campo delle gaffe” ha aggiunto il presidente del Partito Democratico, Stefano Bonaccini. “La Russa ne ha inanellate una serie e a me pare di poter dire che la seconda carica dello Stato è ricoperta da una persona che non è in grado di ricoprire quell’incarico”.

“Per me le parole di La Russa sono vergognose. Se poi mi chiedete se la Meloni è fascista rispondo di no ma lei ha dovere di togliersi dosso un po’ di gente che al fascismo è un po’ troppo abituata” ha detto il governatore emiliano.

“Ignazio La Russa dovrebbe avere lui la coscienza delle dimissioni da Presidente del Senato dopo le sue parole su via Rasella perché è palesemente inadeguato al ruolo che ricopre” ha dichiarato il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo.

Non chiede le dimissioni il M5s: “Il presidente del Senato, al di là del fatto che è la seconda carica dello Stato, spesso si lascia andare a dei revisionismi raffazzonati – ha commentato il leader del Movimento, Giuseppe Conte – Fa dell’analisi storica, che è una cosa seria, una sorta di insalata alla russa. Queste boutade non sono accettabili da chi riveste il ruolo di seconda carica del Stato”.

Si sarebbe già dovuto dimettere tante volte – ha aggiunto l’ex premier – Noi confidiamo che prosegua nel suo incarico con maggiore responsabilità”.

La decisione dell’Anpi

In seguito alle parole di La Russa, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia ha deciso di non invitare la seconda carica dello Stato (né il presidente della Camera Lorenzo Fontana) sul palco dell’anniversario della Liberazione del nazifascismo che sarà allestito il 25 aprile in piazza Duomo a Milano.

“Nessuna seconda carica dello Stato ha mai pronunciato parole così gravi, denigratorie e profondamente divisive sulla Resistenza”, ha affermato il presidente della sezione meneghina dell’Anpi, Roberto Cenati, precisando che se La Russa dovesse presentarsi spontaneamente “non parlerebbe”.

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