Giappone, giustiziato Tomohiro Kato: nel 2008 uccise sette persone nella strage di Akihabara
Il Giappone ha giustiziato Tomohiro Kato, autore del massacro di Akihabara: è la prima applicazione della pena di morte dallo scorso dicembre
Il Giappone è tornato a eseguire una condanna a morte. Tomohiro Kato, il 39enne autore della strage di Akihabara, distretto dell’elettronica di Tokyo, è stato giustiziato. Lo riferiscono fonti giudiziarie citate dai media locali, inclusa l’emittente pubblica Nhk, e riprese dalla Bbc. Il massacro fu compiuto nel 2008 e costò la vita a sette persone.
- La strage di Akihabara
- La condanna a morte di Tomohiro Kato
- I motivi del massacro
- La pena di morte in Giappone
La strage di Akihabara
Quattordici anni fa in pieno giorno Tomohiro Kato guidò un camion contro alcuni passanti nelle strade di Akihabara, presso uno dei numerosi centri commerciali di prodotti elettronici del quartiere.
Poi scese dal mezzo e iniziò a pugnalare persone a caso tra la folla utilizzando come arma una lama a doppio taglio.
Fu una strage: il bilancio definitivo fu di sette morti e di dieci feriti. Le vittime, sei uomini e una donna, avevano tra i 19 e i 74 anni.
Le autorità giapponesi vietarono poi il possesso di pugnali a doppio taglio con lame più lunghe di 5,5 centimetri.
La strage destò un profondo shock in tutto il Giappone, facendo riemergere la ferita di sette anni prima di Osaka, dove un uomo affetto da problemi psichici uccise otto bambini.
La condanna a morte di Tomohiro Kato
Per il massacro Kato, che all’epoca aveva 25 anni, era stato condannato alla pena di morte.
La sentenza era stata confermata nel settembre del 2012 dalla Corte d’appello, dopo il verdetto di primo grado del marzo 2011.
Nel 2015 la Corte suprema giapponese aveva poi respinto l’appello dell’omicida, rendendo definitiva la pesante condanna.
I motivi del massacro
Tomohiro Kato all’epoca della strage di Akihabara era un lavoratore precario in uno stabilimento adibito alla produzione di componenti per automobili in una cittadina del Giappone centrale.
Poco prima di agire aveva scoperto che il suo contratto sarebbe scaduto nel giro di qualche settimana.
Dopo il massacro era emerso che soffriva di depressione e che temeva di finire in povertà e diventare un senzatetto. Su internet aveva rivelato l’intenzione di uccidere.
La pena di morte in Giappone
L’ultima volta che il Giappone aveva applicato la pena di morte era stata nel dicembre dello scorso anno: tre uomini detenuti erano stati giustiziati per impiccagione.
Il Paese nipponico è insieme agli Stati Uniti uno degli ultimi paesi industrializzati e democratici a ricorrere ancora oggi alla condanna a morte.