Giappone, terremoto di magnitudo 7.3 al largo di Fukushima: allerta tsunami, controlli nella centrale nucleare
Terremoto al largo di Fukushima, in Giappone, nelle stesse zone colpite nel 2011: magnitudo 7.3, allerta tsunami e controlli nella centrale nucleare
Panico a Fukushima, in Giappone. A poco più di 11 anni esatti dal sisma dell’11 marzo 2011, che ha devastato la città contestualmente a uno tsunami, che ha causato la scomparsa di 18.500 persone tra morti e dispersi, la terra è tornata a tremare. La magnitudo è inferiore a quella del 2011, 7.3 contro 9.0, ma l’allarme tsunami è stato nuovamente lanciato. Qual è la situazione.
Terremoto a Fukushima, in Giappone: magnitudo 7.3, allerta tsunami
Un terremoto di magnitudo 7.3 è stato registrato nella regione del Tohoku, a nord est del Giappone, alle 23:36 ora locale (le 15:36 in Italia, dove pochi minuti prima a tremare era stato il Napoletano).
La scossa ha avuto epicentro in mare a largo della prefettura di Fukushima, a 60 chilometri di profondità, secondo quanto riferito da Jma, l’agenzia meteorologica giapponese.
La stessa agenzia ha poi lanciato un allarme tsunami, classificando l’intensità della scossa a 6 sulla scala nipponica di misurazione massima, che prevede 7 livelli.
Terremoto in Giappone, a Tokyo 700 mila case al buio
Al momento non ci sono segnalazioni di vittime in Giappone dopo il terremoto.
Nella sola città di Tokyo, però, circa 700 mila abitazioni sono senza energia elettrica.
L’agenzia elettrica nazionale (Tepco) ha proceduto ai controlli alla centrale nucleare Fukushima, colpita quasi 11 anni fa esatti da uno tsunami: la compagnia ha riferito che non sono state rilevate anomalie.
L’epicentro del terremoto in Giappone secondo l’USGS
Fukushima, cosa è successo nel 2011 alla centrale nucleare
Ma cosa è successo nel 2011 a Fukushima? Un terremoto aveva causato uno tsunami l’11 marzo di quell’anno.
Dopo circa 40 minuti, il maremoto si è abbattuto sulla centrale, non adeguatamente protetta: le sue barriere anti-tsunami infatti erano alte meno di 10 metri, mentre l’onda ha raggiunto i 14 metri.
L’acqua ha distrutto i gruppi di generazione diesel-elettrici di emergenza, fondamentali per alimentare i sistemi di raffreddamento dei reattori 1, 2 e 3, e anche la linea elettrica ad alta tensione che li collegava ai reattori 5 e 6.
Nei giorni successivi si sono registrate quattro esplosioni nei reattori, causate da fughe di idrogeno, alcune delle quali hanno distrutto le strutture superiori degli edifici di due reattori.
Dopo il rilascio di radioattività nell’aria e la contaminazione dei terreni circostanti, le autorità hanno ordinato l’evacuazione dei residenti entro un raggio di 20 chilometri: circa 154 mila persone hanno dovuto lasciare la propria casa. Circa 36 mila non hanno più potuto farvi ritorno.
A differenza di quanto avvenne a Černobyl‘, nell’incidente di Fukushima non c’è stato un incendio con immissione di grandi quantità di radionuclidi nell’atmosfera, ma un rilascio di elementi radioattivi nell’oceano.
La contaminazione da perdite d’acqua radioattiva verso il sottosuolo e l’ambiente oceanico è ancora attiva, persiste e continua tuttora, e vi sono incertezze e preoccupazioni riguardo al futuro sulla sua evoluzione.