Gianni Alemanno chiede l'affidamento ai servizi sociali: era stato condannato nell'inchiesta Mondo di Mezzo
Gianni Alemanno ai servizi sociali: se l'istanza della difesa dovesse venire accettata l'ex primo cittadino di Roma potrebbe scontare una pena alternativa
Gianni Alemanno potrebbe andare ai servizi sociali, se l’istanza depositata dai suoi legali al tribunale di Sorveglianza dovesse venire accolta. L’ex sindaco di Roma ed esponente di spicco del centrodestra è stato condannato a 22 mesi di carcere nell’ambito di uno dei filoni dell’indagine Mondo di Mezzo.
- Gianni Alemanno ai servizi sociali
- Cos'è l'inchiesta Mondo di Mezzo
- Alemanno nell'inchiesta Mondo di Mezzo
- Cos'è l'affidamento in prova ai servizi sociali
Gianni Alemanno ai servizi sociali
I giudici emetteranno la loro decisione nei prossimi giorni. Per Alemanno l’accusa in corte d’appello, confermata in Cassazione, era di traffico di influenze illecite.
L’ex sindaco, in precedenza, era stato invece assolto dall’accusa di corruzione.
Cos’è l’inchiesta Mondo di Mezzo
Sotto la denominazione di Mondo di Mezzo (o anche di Mafia Capitale) viene indicata un’inchiesta che, dipanandosi in più filoni, ha investigato a Roma i rapporti fra funzionari della pubblica amministrazione e diverse realtà imprenditoriali riconducibili a Massimo Carminati e Salvatore Buzzi.
Nel 2020 la magistratura ha escluso il carattere mafioso della vicenda e la denominazione di “Mafia Capitale” è venuta meno nella pubblicistica.
Alemanno nell’inchiesta Mondo di Mezzo
La vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto Gianni Alemanno è iniziata nel dicembre del 2014, quando il suo nome venne iscritto nel registro degli indagati e la sua dimora venne sottoposta a perquisizione.
Pesantissime le accuse in origine: le ipotesi iniziali erano quelle di concorso esterno in associazione di stampo mafioso e corruzione.
Con l’andare avanti delle indagini la posizione di Alemanno è andata via via alleggerendosi.
Furono gli stessi pm a chiedere, e a ottenere, l’archiviazione per il concorso esterno nel febbraio del 2017.
In seguito la posizione di Alemanno venne stralciata dal troncone principale dell’inchiesta. Rimase in piedi l’accusa di corruzione, poi caduta.
Nel febbraio 2022 il procuratore generale chiese 2 anni e mezzo di reclusione, ma la corte d’appello emise una condanna a 1 anno e 10 mesi. In seguito la conferma in Cassazione.
Intercettato a caldo da RomaToday subito dopo avere appreso l’esito, Alemanno espresse la sua amarezza in questi termini: “Dopo l’evidente ridimensionamento del fatto a seguito della sentenza della Cassazione rimane l’amarezza per una condanna che a mio avviso non è giustificata perché io continuo a proclamarmi innocente“.
E ancora: “Che cosa mi viene contestato? Aver sollecitato il pagamento da parte della società pubblica Eur Spa di debiti accertati, arretrati da tempo e ormai esecutivi”.
“E di aver accettato un finanziamento elettorale senza verificare che questo fosse stato deliberato dal Consiglio di Amministrazione della cooperativa che lo aveva erogato”.
“Rimane l’amarezza, semplicemente perché io sono innocente”, concluse Alemanno.
Cos’è l’affidamento in prova ai servizi sociali
Gianni Alemanno ha chiesto l’affidamento in prova ai servizi sociali perché si tratta di una misura coerente con l’entità della pena che deve scontare.
L’affidamento in prova ai servizi sociali è una misura alternativa alla detenzione. È prevista dall’articolo 47 dell’ordinamento penitenziario, secondo il quale il condannato ha la facoltà di scontare la pena in libertà, sotto la supervisione di un assistente sociale.
Il lavoro presso i servizi sociali viene valutato per chi abbia una pena da scontare (anche residua) non superiore ai 6 anni e accetti di sottoporsi ad un programma di recupero.