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Gianfranco Fini attacca Giorgia Meloni su antifascismo e 25 aprile: dura replica di Francesco Lollobrigida

L'appello alla premier di Gianfranco Fini, ex presidente di An in cui ha militato Giorgia Meloni, sul 25 aprile e l'antifascismo: replica di FdI

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Un colpo a destra. Gianfranco Fini, storico leader di Alleanza Nazionale, torna a parlare alla vigilia del 25 aprile e lo fa in maniera tutt’altro che banale. Il fu alleato di Silvio Berlusconi ai tempi del Popolo della Libertà, sparito dalla scena politica parlamentare dal 2013 dopo il fallimento del partito Futuro e Libertà, ha lanciato un attacco diretto a Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia. Fini, infatti, ha invitato la premier a dichiarare “senza ambiguità” che la destra italiana ha chiuso i conti col fascismo. E, alla vigilia dalla Liberazione, l’ha esortata a dire che “libertà e uguaglianza sono valori antifascisti”. Ne è seguita una polemica notevole, col ministro Francesco Lollobrigida all’attacco dell’ex leader di Alleanza Nazionale.

Le polemiche sul 25 aprile

Come ogni anno, il 25 aprile si conferma una ricorrenza divisiva.

Negli ultimi giorni il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è finito al centro delle polemiche per aver dichiarato che la parola “antifascismo” non è presente nella Costituzione italiana.

Giorgia Meloni e Gianfranco Fini in uno scatto del marzo 2009

La seconda carica dello Stato, inoltre, ha reso noto che trascorrerà il 25 aprile a Praga, per rendere omaggio a Jan Palach, giovane cecoslovacco diventato simbolo dell’anti-comunismo perché il 16 gennaio 1969 si suicidò dandosi fuoco in piazza San Venceslao, dove La Russa depositerà una corona.

Cosa ha detto Gianfranco Fini su Giorgia Meloni e il 25 aprile

In questo contesto Gianfranco Fini, ospite di Lucia Annunziata a ‘Mezz’ora in più’ in onda su Rai 3 domenica 23 aprile, ha spronato la destra a esporsi sul 25 aprile e sulla Festa della Liberazione.

Quindi, l’invito diretto alla premier, che dal 1995 al 2009 è stata iscritta ad An: “Giorgia Meloni dica, perché so che ne è convinta, che libertà, uguaglianza sono valori democratici, sono della Costituzione, sono valori antifascisti. Non capisco la ritrosia a pronunciare questo aggettivo. La capisco, ma non la giustifico“.

Questa la premessa. Poi l’affondo: “Spero che Giorgia Meloni colga questa occasione per dire senza ambiguità e reticenze che la destra italiana i conti con il fascismo li ha fatti fino in fondo quando è nata Alleanza Nazionale”.

La risposta di FdI e Francesco Lollobrigida

Fratelli d’Italia non ha replicato alle parole di Gianfranco Fini con note di partito.

Sul tema è però intervenuto Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e cognato di Giorgia Meloni, di recente attaccato dalle vignette del Fatto Quotidiano: “Fini viene spesso strumentalizzato dalla sinistra. Spero sia in buona fede, ma i suoi obbiettivi secondari non li conosco e nemmeno mi interessano. L’unica certezza è che Giorgia Meloni è riuscita in quello che lui non è stato in grado di realizzare“, ha dichiarato in un’intervista concessa a La Repubblica.

Poi la stoccata: “Sarebbe ingeneroso non ricordare che all’epoca fu certamente importante il ruolo che Fini ebbe, ma a tante cose buone ne corrispondono altre meno nobili che vanificarono molti risultati ottenuti. Ognuno ha la sua storia e ognuno dovrebbe sapere qual è il suo tempo“.

Chi è Gianfranco Fini

Gianfranco Fini è nato a Bologna il 3 gennaio 1952. Ha tre figlie, Giuliana, Carolina e Martina.

Laureato in Pedagogia e giornalista professionista, ha iniziato il suo percorso politico nel Fronte della Gioventù, diventandone segretario nazionale nel 1978.

Eletto per la prima volta alla Camera dei deputati nel 1983, successivamente è stato sempre riconfermato fino al 2013.

Nel 1989 e nel 1994 è stato eletto parlamentare europeo.

Nel 1987 Giorgio Almirante lo designa suo successore come segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale, incarico mantenuto fino al 1990 e assunto nuovamente nel 1991.

Nel 1993 si candida a sindaco di Roma, arrivando al ballottaggio ma perdendo contro Francesco Rutelli.

Nel 1994 nasce l’alleanza con Silvio Berlusconi, che in quell’anno vince le elezioni politiche.

Nel 1995, con il Congresso di Fiuggi, nasce Alleanza Nazionale e Fini viene eletto presidente del partito.

Dal 2001 al 2006 è vicepresidente del Consiglio dei Ministri nel secondo e nel terzo Governo Berlusconi.

Nel gennaio 2002 è nominato rappresentante dell’Italia alla Convenzione europea per la redazione del progetto di Trattato costituzionale.

Dal novembre 2004 al maggio 2006 ricopre l’incarico di ministro degli Affari Esteri.

Tra le sue principali iniziative legislative giunte alla definitiva approvazione delle Camere si ricordano la legge numero 189 del 2002, finalizzata al contrasto dell’immigrazione clandestina (cosiddetta legge Bossi-Fini), e la legge numero 49 del 2006 recante la modifica al Testo unico sugli stupefacenti contenente, in particolare, l’abolizione della distinzione tra droghe leggere e pesanti (cosiddetta legge Fini-Giovanardi).

Il 30 aprile del 2008 è eletto presidente della Camera dei deputati.

Dal febbraio 2011 al maggio 2013 è presidente di Futuro e Libertà per l’Italia, subito dopo aver abbandonato il Popolo della libertà.

Dopo l’insuccesso alle elezioni politiche 2013, che comporta anche la sua esclusione dal Parlamento, rassegna le dimissioni da Fli per diventare presidente dell’associazione culturale Liberadestra.

Fonte foto: ANSA

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