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Frane e maltempo, l'allarme del presidente dei geologi Violo: "94% dei comuni a rischio, serve prevenzione"

Il presidente dei geologi Violo spiega che il 94% dei comuni in Italia, dove avvengono due terzi delle frane in Europa, presenta aree a rischio

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Roberto Vivaldelli

GIORNALISTA

Giornalista professionista esperto di relazioni internazionali e geopolitica, scrive anche di attualità, cultura ed economia. Collaboratore di diverse testate nazionali, ha scritto due libri e curato la pubblicazione in italiano di un saggio del politologo statunitense John J. Mearhseimer.

“In Italia avvengono i due terzi delle frane di tutta Europa. Mentre il 94% dei Comuni presenta aree a rischio”. A lanciare l’allarme è il presidente del Consiglio nazionale dei Geologi Arcangelo Francesco Violo, mentre si contano i danni della grave ondata di maltempo che ha colpito l’Italia.

L’allarme del presidente dei geologi

In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” e ripresa dall’agenzia Ansa, Arcangelo Francesco Violo ha spiegato che l’Italia “è uno dei Paesi che ha consumato più suolo“.

In città come Milano, spiega l’esperto, “dagli anni 70 ad oggi si sono registrate 175 esondazioni“.  Le vasche di laminazione “in alcune aree hanno funzionato. Penso al fiume Arno. In altre il danno fatto nei decenni è così grave che non bastano”.

Cosa serve fare secondo l’esperto

Secondo il presidente del Consiglio nazionale dei Geologi Arcangelo Francesco Violo, per mettere in sicurezza i comuni servono piani di allertamento epresidi idrogeologici.

“Va informata la popolazione e occorre la prevenzione“, ribadisce il presidente dei geologi nell’intervista concessa al Corriere della Sera.

“Gli interventi di prevenzione non hanno un ritorno politico – dice ancora l’esperto – E si trascurano”.

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I numeri: spesi più di 200 miliardi per riparare i danni

Dal 1998 al 2018, prosegue l’esperto, “sono stati spesi 5,6 miliardi di euro per opere di prevenzione e più di 20 per riparare i danni. Dal Dopoguerra a oggi sono stati spesi quasi 200 miliardi che salgono a 300 con quelli provocati dai terremoti”.

Altro fardello: “La frammentazione delle competenze. Per un intervento di mitigazione idrogeologica il tempo medio è di 5-6 anni”.

Ma spesso, incalza Violo, “quando l’opera è finita si deve rivedere il progetto perché c’è stata una qualche evoluzione”.

“Continuare a realizzare opere idrauliche”

Riccardo Martelli, presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana, ha spiegato, ripreso dall’agenzia Agi, che per mettere in sicurezza il territorio occorre “continuare a realizzare opere idrauliche, gestire in maniera più efficace il territorio aperto, investire su strumenti di analisi e monitoraggio di eventi meteo locali e a decorso rapido, ma anche formare i cittadini”

“Di fronte a eventi straordinari come quelli che hanno sconvolto la Toscana – ha spiegato Martelli – sono questi i punti da affrontare”.

Dopo le attività di prevenzione e investimento in opere per la sicurezza idrogeologica, “resta infatti sempre un rischio residuo, che può essere gestito solo attraverso la conoscenza dei fenomeni, in modo tale da rendere il cittadino consapevole e preparato“.

Fonte foto: ANSA

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