Frana a Ischia, quali sono i comuni italiani a rischio dissesto idrogeologico: allarme della Protezione civile
Quanto successo ad Ischia potrebbe succedere in qualunque parte d'Italia: i comuni e le regioni a rischio secondo la Protezione civile
Mentre a Ischia si continua a scavare, la Protezione civile lancia l’allarme. A rischio dissesto idrogeologico ci sarebbero migliaia di comuni, quasi il 94%. Un dato in netto peggioramento negli ultimi anni: dall’88% del 2015 al 91% del 2017.
- I comuni a rischio frane, alluvioni ed erosioni costiere
- Quanti italiani sono a rischio
- Le soluzioni per evitare il peggio
I comuni a rischio frane, alluvioni ed erosioni costiere
A fare un bilancio del rischio è stata la Protezione civile.
In un’intervista rilasciata a ‘La Stampa’, il capo, Fabrizio Curcio, ha dichiarato che quasi “il 94% dei comuni è a rischio frane, alluvioni ed erosioni costiere”, citando i dati governativi di Isprambiente.
Curcio ha aggiunto che “l’abusivismo edilizio costituisce sicuramente un problema, ma in tante altre zone, pur mancando costruzioni abusive, si verificano comunque dei disastri ambientali”.
Per quel che riguarda la situazione di Ischia, il capo della Protezione civile ha spiegato che “c’è un abusivismo acclarato” e che “quindi il rischio è maggiore, ma spesso capita che si verifichino delle pianificazioni edilizie sbagliate, nonostante siano in regola con la legge, in aree dove la natura reclama i suoi spazi”.
Le regioni con i valori più elevati di popolazione che vive nelle aree a rischio frane e alluvioni sono:
- Emilia-Romagna (quasi 3 milioni di abitanti a rischio);
- Toscana (oltre 1 milione);
- Campania (oltre 580 mila);
- Veneto (quasi 575 mila);
- Lombardia (oltre 475 mila);
- Liguria (oltre 366 mila).
Quanti italiani sono a rischio
Quindi, a rischio dissesto idrogeologico riguarderebbe 7.400 comuni: oltre 7 milioni di persone a rischio alluvione e 1,3 milioni a rischio frana, ha spiegato Curcio a SkyTg24.
Si tratta di dati relativi al 2021, pubblicati il 7 marzo scorso: su un totale di 14 milioni di edifici, sono ben 565 mila quelli ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata, mentre poco più di 1,5 milioni ricadono in aree inondabili nello scenario medio.
A rischio anche diverse industrie, così come beni architettonici, monumentali e archeologici: in tutto, circa 38 mila (su un totale di 213 mila).
Le soluzioni per evitare il peggio
Cosa fare per evitare che la tragedia si ripeta? Secondo Curcio è necessario “potenziare la prevenzione strutturale, migliorando opere come la costruzione di argini dei fiumi, vasche di espansione, briglie per far defluire l’acqua. Ma è altrettanto necessario un comportamento umano che tenga conto delle allerte meteo e delle criticità che vengono segnalate”.
Proprio su questo tema, Curcio ha aggiunto che si dovrebbe lavorare sul “rapporto tra i cittadini e le istituzioni per la gestione del rischio. Pensiamo al Covid: la popolazione si è affidata alle istituzioni per affrontare l’emergenza”.
“Ma sul rischio c’è diffidenza – ha concluso -: uno, ad esempio, non vuole rinunciare a usare l’automobile dimenticando che la natura reclama attenzione. Bisogna rispettare di più il rischio e non cedere ad atteggiamenti irresponsabili”.
Nel frattempo non si placano le polemiche sul condono del 2018: cosa dice la normativa e quante sono le abitazioni abusive sull’isola di Ischia.