NOTIZIE
CRONACA

Focolaio Roma, "campanello d'allarme" per Guerra: l'avvertimento

Ranieri Guerra ha fatto il punto sull'andamento dell'epidemia in Italia alla luce dei nuovi focolai romani

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

L’infettivologo Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità,  ha fatto il punto sull’andamento dell’epidemia, alla luce dei nuovi focolai romani. In un’intervista del Corriere della Sera, Guerra ha sottolineato che “il virus non ha perso contagiosità, che si comporta esattamente come prima, non ha nessuna intenzione di mollare la presa e di attenuarsi di sua volontà”.

Guerra: “Il virus circola di meno ma c’è”

Per l’esperto, si tratterebbe dunque di una conferma del fatto che il Sars-CoV-2 non è mutato e non si è indebolito. Tuttavia, per Guerra, la comparsa di nuovi focolai è “esattamente quanto ci aspettavamo. Fa parte della storia naturale delle epidemie, nessuno si illudeva che non ci sarebbero stati più problemi. Il virus circola di meno ma c’è e solo con il distanziamento possiamo controllarlo”.

Il cluster del San Raffaele a Roma sarebbe potuto diventare un episodio preoccupante, simile al focolaio lombardo di Codogno, ma Guerra ha ricordato che “ora abbiamo gli strumenti per intercettarlo e circoscriverlo, a febbraio eravamo impreparati. Mancava un sistema di tracciamento immediato ed efficiente che ora invece è ben consolidato“.

L’esperto, in sintesi, non ha evidenziato particolari criticità ma si augura “che questo suoni come un campanello d’allarme. Il Sars-CoV 2 non è finito, non bisogna rilassarsi, è un rischio non prendere precauzioni”.

Tuttavia, Guerra ha fornito anche qualche rassicurazione: “Qui si tratta di eventi limitati nel tempo e nello spazio. Sarei più preoccupato se si verificassero 10 episodi in 10 luoghi diversi e prolungati nel tempo. In questa circostanza sappiamo invece dove sono nati e quando”.

Coronavirus, il punto di Guerra su vaccino e terapie

Quanto agli strumenti per combattere il coronavirus, Guerra ha sottolineato: “La comunità scientifica non ha ancora visto dati, quelli iniziali erano contrastanti. Noi come Oms stiamo cercando di dare fondi affinché una volta che il vaccino sarà pronto possa essere venduto a prezzi accessibili”.

In merito alle terapie, l’esperto ha concluso che “anche da questo punto di vista il virus si comporta in modo anomalo rispondendo alle terapie diversamente nei singoli pazienti e devono dunque essere individualizzate. È uno dei motivi che rendono difficili le sperimentazioni. Mancano ancora farmaci specifici, spero molto negli anticorpi monoclonali ma anche qui siamo solo all’inizio del percorso”.

Fonte foto: ANSA
Coronavirus, quali sono i farmaci che si stanno sperimentando

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963