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Focolaio di scabbia in una casa di riposo a Reggio Emilia: quali sono i sintomi e i rischi per la salute

Un focolaio di scabbia è stato riscontrato tra gli ospiti di una residenza per anziani nel Reggiano: profilassi dei contatti e bonifica ambientale

Pubblicato:

Roberto Vivaldelli

GIORNALISTA

Giornalista professionista esperto di relazioni internazionali e geopolitica, scrive anche di attualità, cultura ed economia. Collaboratore di diverse testate nazionali, ha scritto due libri e curato la pubblicazione in italiano di un saggio del politologo statunitense John J. Mearhseimer.

Un focolaio di scabbia (acariasi) è stato riscontrato tra gli ospiti e il personale sanitario di una struttura residenziale per anziani della Val D’Enza, nel Reggiano. A comunicarlo è l’azienda sanitaria Ausl di Reggio Emilia.

Focolaio in una Rsa

Il servizio igiene e sanità pubblica, riporta la nota dell’azienda sanitaria, si è attivato tempestivamente, in collaborazione con la direzione della struttura, “per attuare gli interventi di diagnosi, trattamento dei casi, profilassi dei contatti e bonifica ambientale”.

Sono stati avvertiti i medici di medicina generale del territorio affinché segnalino tempestivamente eventuali altri casi sospetti”, puntualizzando che “l’infestazione non riveste carattere di pericolosità per la salute né a breve né a lungo termine, può colpire persone di ogni ceto sociale, indipendentemente dall’igiene personale e non fa distinzioni di età o sesso ed è endemica in molti paesi sviluppati”.

Come si trasmette la malattia

La scabbia, riferisce l’azienda sanitaria, è una malattia causata da un parassita esterno, un acaro, che si trasmette da una persona all’altra per contatto generalmente diretto (contatto fra la pelle dell’individuo sano e quella dell’individuo ammalato).

Sempre più spesso, tuttavia, il contatto è “indiretto”, cioè tra la pelle della persona sana e un tessuto venuto di recente a contatto con la pelle dell’ammalato (indumenti, biancheria, lenzuola).

Segni e sintomi

I segni e sintomi più comuni della scabbia sono un prurito intenso, soprattutto di notte. Le zone più colpite sono il polso, le pieghe tra le dita, il gomito, l’ascella, il capezzolo, il pene, l’inguine, la vita, la zona periombelicale, la linea della cintura e i glutei.

L’acaro della scabbia

Il tempo di incubazione, spesso asintomatico, può andare da due a sei settimane.

La scabbia non è una patologia prevenibile con vaccini, ma, dopo che è stato diagnosticato un caso, è possibile controllarne la diffusione sottoponendo le persone esposte a visite mediche di controllo e a trattamenti a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Prevenzione e trattamento

Come si legge sul sito del ministero della Salute, che cita l’Ipasvi, la scabbia è un’infestazione dovuta a un acaro parassita, lo Sarcoptes scabiei var. homini.

Il suo ciclo evolutivo si compie interamente nell’uomo: in seguito all’accoppiamento, il maschio adulto resta sulla cute mentre la femmina depone le uova sotto la superficie cutanea, dove vive generalmente 30 giorni. Le larve attive emergono dopo 3-4 giorni e invadono la cute circostante, che appare arrossata e rilevata.

La Scabbia si previene ponendo molta attenzione sui vestiti di seconda mano, ad esempio, o controllando che le lenzuola di un albergo siano state cambiate e siano pulite.

Il trattamento della scabbia è mirato all’eliminazione dei parassiti: vengono utilizzati medicinali sotto forma di creme o lozioni.
In genere il medicinale deve essere applicato su tutto il corpo la sera e lasciato agire per almeno 8 ore.

Non è il primo focolaio di scabbia che si registra negli ultimi mesi. Il 12 novembre 2022, la sede centrale del Liceo artistico Folso Fois di Cagliari è stata chiusa per un caso di scabbia nel plesso di via Sant’Eusebio.

Fonte foto: 123RF

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