Figlia di Roberto Mancini vittima di bullismo, il racconto di Camilla e il problema della malformazione
Camilla Mancini, figlia di Roberto, ex ct della Nazionale, ha rivelato di essere stata oggetto di bullismo a causa della sua malformazione: il racconto
La figlia di Roberto Mancini, l’ex ct della Nazionale italiana di calcio, Camilla, si è concessa a una lunga e toccante intervista, la sua prima in televisione. In essa ha raccontato di essere stata vittima di bullismo a causa di una malformazione che l’accompagna da quando è nata. Partendo da questa brutta esperienza, ha scritto un libro.
- Chi è Camilla Mancini, la figlia di Roberto
- La malformazione e il bullismo
- Il ruolo della famiglia e il messaggio del padre
Chi è Camilla Mancini, la figlia di Roberto
Si chiama “Sei una farfalla”, la prima fatica letteraria di Camilla Mancini. È un romanzo in cui la figlia di Roberto Mancini parte dal suo vissuto per raccontare una storia in cui tanti si possono riconoscere.
Da quando è nata, Camilla vive con una paralisi facciale che è sorta per una complicanza durante il parto e le ha causato un’asimmetria nel viso. Il lato destro del suo volto è stato lesionato e si muove in maniera ridotta rispetto a quello sinistro. La sua condizione ha fatto sì che, fin da piccola, fosse oggetto di bullismo.
La malformazione e il bullismo
Della sua difficile infanzia, Camilla Mancini ha parlato a “L’ora solare”, trasmissione in onda su Tv2000. Qui si è raccontata a 360 gradi. “Quando avevo sette anni, ho iniziato a subire il bullismo a scuola. Non so se per cattiveria o per sincerità dei bambini, ma mi dicevano spesso: ‘Non puoi giocare con noi, sei diversa‘. E per me era un dolore immenso, perché cercavo un senso di appartenenza, pensavo che la mia identità fosse uguale a quella di tutti gli altri bambini”, racconta.
La scrittrice sceglie l’immagine della farfalla come metafora della sua trasformazione. “Voglio aiutare i ragazzi che oggi soffrono per lo stesso motivo per cui soffrivo io. Non bisogna arrendersi, e bisogna credere che il dolore passerà, come una farfalla che vola, l’emblema della libertà. Nasce come un bruco, non molto bella, ma attraverso la metamorfosi sviluppa le ali e diventa splendida. E una volta che ha le ali, vola, e non la puoi fermare”.
Un messaggio che lancia e un monito a stare vicini a tutti i giovani che subiscono violenze come lei in passato e che spesso finiscono per compiere gesti tremendi. “Ogni volta che sento storie di ragazzi che soffrono, mi turbano, perché quella sensazione di dolore non la dimentichi mai. È una cicatrice emotiva che rimane, anche se si rimargina. Non la dimentico mai, e penso che solo chi ha sofferto davvero possa mettersi al servizio degli altri“.
Il ruolo della famiglia e il messaggio del padre
Fondamentale nel suo percorso di vita, oltre alla terapia, è stata la vicinanza della sua famiglia. “I miei genitori e i miei fratelli sono stati la mia forza. Mi hanno sempre accolta, mai giudicata, mi hanno aiutata a crescere senza farmi sentire diversa”, rivela.
Un’altra complicanza per Camilla Mancini è stata il dover portare con sé un cognome importante che, per molti, significa essere privilegiata. “Voglio sfatare alcuni miti con questo libro, perché spesso si pensa che, essendo figlia di una persona famosa, tutto sia più facile. Ma non è così. Avere un padre famoso è ingombrante, l’asticella è sempre alta e le aspettative sono enormi”, ammette.
Il racconto di Camilla commuove e porta lei stessa a commuoversi quando, durante la trasmissione, viene mostrato un videomessaggio di suo padre Roberto Mancini. L’allenatore dice di essere felice di avere una figlia come lei, così intelligente. Di essere contento di come sia cresciuta e di quello che è diventata. “Sappi che sono qua per sostenerti sempre in ogni passo della tua vita. Complimenti per il libro che hai scritto, è molto bello. Sono veramente orgoglioso di te”, le dice. Un attestato di stima e di amore che commuove la ragazza che esprime poi il desiderio di scrivere altri libri e di riuscire a creare una famiglia tutta sua.