Meloni senza diritti sindacali? Landini replica accusandola di bullismo, l'attacco alla premier
Giorgia Meloni attaccata per la sua battuta sui diritti sindacali. Per Maurizio Landini, la premier fa bullismo verso i lavoratori
Monta la polemica dopo la battuta di Giorgia Meloni sui diritti sindacali che lei non avrebbe. Piccata la risposta del segretario della Cgil, Maurizio Landini, che ha accusato la premier di bullismo.
- Diritti sindacali: è scontro Landini-Meloni
- "Un atto di bullismo", l'accusa
- L'attacco dell'opposizione
Diritti sindacali: è scontro Landini-Meloni
Il tema dei diritti sul lavoro è al centro del dibattito politico delle ultime ore, a maggior ragione nel giorno dello sciopero nazionale dei trasporti.
Maurizio Landini ha colto quest’occasione per tornare su una frase pronunciata in precedenza dalla premier Giorgia Meloni e l’ha accusata di bullismo.
Maurizio Landini ha accusato Giorgia Meloni di bullismo
“Un atto di bullismo”, l’accusa
Tutto parte da una dichiarazione, via messaggio, della leader di Fratelli d’Italia che aveva detto che, siccome non aveva diritti sindacali, era costretta a lavorare pur non essendo in perfette condizioni di salute. Tale messaggio è stato duramente criticato dall’opposizione e dal segretario generale Cgil, Landini, che lo ha registrato come “un atto di bullismo”. Questi ha poi invitato la presidente del Consiglio a pensare prima di dire le cose perché il suo “è un attacco a chi quei diritti lì ogni giorno li vede messi in discussione”.
Alla manifestazione del trasporto pubblico locale a Roma, il segretario si è dunque rivolto direttamente alla premier che l’aveva accusato di fare politica quando aveva parlato della necessità di una rivolta sociale.
“Non rettifico, anzi rilancio. Al Governo stanno aumentando i soldi per comprare le armi e la precarietà, stanno tagliando e stanno favorendo quelli che evadono il fisco. Ci siamo rotti le scatole, perché non è più accettabile che quelli che tengono in piedi questo Paese non siano ascoltati e rappresentati. La rivolta sociale è la condizione perché le persone si mettano insieme per cambiare questa situazione. Tutti gli strumenti democratici oggi a disposizione devono essere utilizzati: scioperi, manifestazioni, referendum e l’assunzione di responsabilità“, ha concluso il leader della Cgil.
L’attacco dell’opposizione
Come detto, il suo attacco è una risposta all’intervento, giovedì 7 novembre, di Giorgia Meloni a Rai Radio1. Qui, imbeccata dal deputato di FdI, Marco Osnato, sulle sue condizioni, aveva detto: “Sto male in verità, ma non avendo particolari diritti sindacali sono a Budapest per il Consiglio europeo a fare il mio lavoro”.
Trovatasi a commentare il polverone che le sue dichiarazioni hanno sollevato, la premier ha parlato di un’ennesima polemica inutile. “Questo governo i diritti li difende molto meglio della sinistra al caviale”, ha contrattaccato.
Veementi le reazioni dell’opposizione. La leader del Pd, Elly Schlein, aveva parlato di un clima inaccettabile, dell’arroganza e della protervia del Governo cui “si aggiungeva la battuta di scherno della presidente Meloni”. In seguito l’ha accusata di “fare la vittima e svilire i diritti dei lavoratori”. E sul caviale, citato da Meloni, ha controreplicato: “Io di caviale non ne ho mai mangiato, ma nemmeno posso sopportare che i lavoratori vengano purgati con olio di ricino, quindi continueremo a stare al loro fianco”.