Festa del 25 aprile in Italia, Letta contestato a Milano: "Servo della Nato". Imbrattata sede del Pd a Torino
Il segretario del Pd e la Brigata ebraica sono stati bersaglio delle contestazioni in piazza per la Festa della Liberazione
Da Roma a Milano non sono mancate le polemiche politiche e le contestazioni durante il ritorno ai cortei in piazza del 25 aprile, dopo due anni di celebrazioni saltate per la pandemia. Se nella Capitale il 77esimo anniversario della Liberazione si è contraddistinto per le manifestazioni frammentate e gli striscioni contro la Nato, nel mirino dei cori del capoluogo lombardo è finito anche il segretario del Pd Enrico Letta: “Letta servo della Nato” hanno gridato alcuni esponenti del Carc, il Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo.
Festa del 25 aprile in Italia, Letta contestato a Milano: la risposta del segretario del Pd
“Fuori i servizi della Nato dal corteo“, “Niente soldi alle armi, niente tagli a scuola e sanità” sono stati alcuni degli slogan che dei manifestanti hanno rivolto oltre che al segretario del Pd anche alla ‘Brigata ebraica’ nel corso delle celebrazioni per il 25 aprile a Milano.
“Questa è casa nostra. La costituzione, l’antifascismo sono casa nostra” ha risposto Enrico Letta, rispondendo a una domanda sulle contestazioni ricevute e sulla richiesta che i rappresentati del Partito democratico uscissero dal corteo.
“Il 25 aprile è la festa dell’unità del Paese contro tutti i fascismi” ed è “là dove dobbiamo tutti essere”, ha aggiunto il segretario che poco dopo ha ribadito il concetto con tweet.
“A Milano al corteo del 25 aprile per celebrare la Liberazione e l’antifascismo. Insieme a tanti italiani orgogliosi della nostra Costituzione. Con le nostre bandiere e quelle dell’Italia, dell’Europa e dell’Ucraina. Corteo nel quale siamo e sempre saremo a casa nostra” ha scritto sul suo profilo Letta.
Sempre da Twitter è arrivata la solidarietà di parte del mondo della politica: “Oggi eravamo in una piazza diversa. Comunità ucraina, ebraica, associazioni partigiane cristiane e azioniste. Chi ha fischiato Letta, per le sue giuste posizioni sulla guerra, e la Brigata Ebraica, nulla ha a che fare con la resistenza. Sono antioccidentali e antidemocratici” ha scritto il leader di Azione, Carlo Calenda.
Festa del 25 aprile in Italia, Letta contestato a Milano: la reazione di Anpi
“È un grave errore perché queste cose il 25 aprile non servono mai. Anche quando ci sono posizioni diverse bisogna evitare che su singoli fatti si perda la bussola di una posizione unitaria” ha commentato Gianfranco Pagliarulo, il presidente di Anpi nazionale, riguardo alle contestazioni al Pd durante il corteo del 25 aprile a Milano. “Perché non può essere che comune l’obiettivo della pace in una situazione così grave come quella dell’Ucraina e dell’Europa”, ha concluso.
“Per me la contestazione alla Nato è assolutamente folle” ha dichiarato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala.
“Non capisco quelli che cercano dei distinguo, come se i 70 anni di storia del nostro Paese non dimostrassero che noi apparteniamo a quella alleanza atlantica – ha aggiunto a margine della deposizione delle corone davanti al Comune -, che ci riconosciamo nei valori dell’Occidente e della Nato. Per me è una contestazione folle”.
Festa del 25 aprile in Italia, sede del Pd imbrattata a Torino
Dello stesso tenore le contestazioni per il 25 aprile contro il Pd e la Nato anche a Torino, dove la sede del Partito Democratico è stata imbrattata con le scritte “Servi della guerra” e “Servi della Nato”. Così come è stata imbrattata di vernice rossa dell’associazione radicale Aglietta, contestata durante la fiaccolata per la Festa della Liberazione per aver sfilato con le bandiere della Nato e dell’Ucraina.
“Gli attacchi al circolo del Pd di via Oropa e quello all’associazione radicale sono gesti vili, di persone che squalificano le loro idee scegliendo atti vandalici per affermarle. Nessuno si farà intimorire da simili gesti. Il confronto democratico andrà avanti con le nostre manifestazioni pubbliche in dissenso da una guerra e in difesa del popolo ucraino”, ha affermato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo.