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Femminicidio di Celeste Palmieri a San Severo uccisa dal marito, la figlia perdona il padre prima del funerale

La figlia di Celeste Palmieri ha perdonato il padre Mario Furio, il gesto straziante dopo il femminicidio di San Severo

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

San Severo il dolore per la morte di Celeste Palmieri, ennesima vittima di femminicidio, è ancora palpabile. La donna è stata uccisa dal marito Mario Furio mentre usciva da un supermercato Eurospin, colpita con diversi colpi di pistola prima che l’uomo, braccato dai carabinieri, decidesse di rivolgere l’arma contro di sé. A farsi portavoce del dolore della comunità è la prima cittadina di San Severo, Lidya Colangelo, che alla sua denuncia contro la ancora scarsa attenzione nei confronti del diritto alla vita delle donne ha aggiunto le parole della figlia della vittima.

La figlia perdona il padre dopo il femminicidio

Dalla camera ardente, la figlia di Celeste Palmieri e Mario Furio ha perdonato il padre. Lo riporta la testata locale L’immediato che riferisce le parole della sindaca Lidya Colangelo.

La prima cittadina di San Severo ha detto: "Ci stringiamo ai figli. Mi hanno segnato le parole di perdono della figlia che ieri nella camera ardente ha detto di perdonare il padre dicendo che anche lui andava aiutato".

Lunedì 21 ottobre si sono tenuti i funerali della 56enne. La funzione è stata celebrata dal vescovo Giuseppe Mengoli presso la chiesa dell’Immacolata.

Tra le centinaia di teste che hanno partecipato al dolore della famiglia erano presenti messaggi dei parenti e dei contatti più stretti della donna. I figli hanno esposto un palloncino a forma di cuore con il testo: "Stacci vicino, mamma".

Le parole delle istituzioni

Severe e addolorate sono le parole della sindaca Lidya Colangelo, che in un suo intervento si è interrogata sull’efficienza dei sistemi di sicurezza ideati per contrastare i femminicidi e sulle continue violenze perpetrate nei confronti delle donne.

"Alle volte le donne hanno difficoltà a denunciare, ma Celeste l’aveva fatto. E allora cosa non ha funzionato?", si chiede Lidya Colangelo nel giorno dei funerali di Celeste Palmieri.

"Perché il braccialetto elettronico non ha funzionato? La nostra vicinanza deve essere anche un’attenzione alla cultura. Silenzio e violenza non devono restare tra le mura domestiche", ha concluso.

Celeste Palmieri uccisa da Mario Furio

Alle 10:30 del 18 ottobre Celeste Palmieri stava uscendo dall’Eurospin di via Salvemini, a San Severo (Foggia), quando è stata uccisa. All’interno del supermercato ha incontrato Mario Furio, l’ex marito, contro il quale era già intervenuta con diverse denunce per chiedere protezione dopo anni di maltrattamenti e minacce.

La Procura aveva chiesto il carcere per l’uomo, 59 anni ed ex agente della polizia penitenziaria in pensione, ma il gip aveva disposto il divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico. Eppure la mattina del 18 ottobre il dispositivo della donna non aveva funzionato.

Il dispositivo di Furio aveva subito inviato il segnale ai militari, che avevano contattato la donna per avvertirla dell’imminente pericolo. Secondo una cognata di Celeste Palmieri, intervistata da Le Iene, sarebbe stata invece la vittima a chiamare i militari per chiedere il loro intervento. All’arrivo degli uomini dell’arma, tuttavia, il femminicidio era già compiuto: Celeste Palmieri giaceva sull’asfalto del parcheggio, agonizzante, mentre Mario Furio tentava la fuga. Bloccato dalle auto dei carabinieri, si è tolto la vita sparandosi con la stessa pistola.

Gli inquirenti indagano per capire cosa non abbia funzionato nel sistema del braccialetto elettronico. Secondo le indiscrezioni, Celeste Palmieri aveva più volte segnalato il malfunzionamento del suo dispositivo.

Fonte foto: ANSA

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