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CRONACA NERA

Femminicidio a Gravina, suicidio di Giuseppe Lacarpia: il marito di Arcangela Turturo è morto in carcere

Il caso di femminicidio di Arcangela Turturo a Gravina si conclude con un suicidio: Giuseppe Lacarpia è stato trovato senza vita in Cella

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

Giuseppe Lacarpia, arrestato per l’omicidio della moglie Arcangela Turturo, si è tolto la vita in carcere. L’uomo, accusato di aver simulato un incidente stradale per mascherare il femminicidio, si è impiccato nella sua cella nella notte tra lunedì e martedì, intorno alle 3.

Giuseppe Lacarpia: suicidio in cella

Giuseppe Lacarpia, 65enne di Gravina in Puglia, si è tolto la vita nella sua cella nel carcere di Bari. L’uomo era stato arrestato lo scorso 6 ottobre con l’accusa di aver ucciso la moglie, Maria Arcangela Turturo, dopo aver cercato di simulare un incidente stradale.

Dopo un primo tentativo di innocenza, diverse prove avevano inchiodato l’uomo. Per questo si trovava detenuto, in attesa del processo.

Luogo dell’incendio dell’auto

Il corpo senza vita di Lacarpia è stato trovato dagli agenti della polizia penitenziaria intorno alle 3 di notte. Nonostante la sorveglianza prevista, l’uomo è riuscito a impiccarsi, chiudendo tragicamente un caso che aveva scosso la comunità locale.

L’omicidio della moglie

La tragica morte di Maria Arcangela Turturo risale alla notte tra il 5 e il 6 ottobre. Dopo una serata trascorsa in famiglia, Lacarpia avrebbe dato fuoco all’auto in cui si trovava la moglie, ancora all’interno del veicolo.

Quando la donna ha tentato di fuggire dall’auto in fiamme, il marito l’avrebbe aggredita a mani nude, schiacciandole il torace con il peso del suo corpo, uccidendola sul posto.

Inizialmente, Lacarpia aveva cercato di far passare il tutto come un tragico incidente stradale, ma gli investigatori avevano rapidamente scoperto il suo tentativo di coprire il femminicidio. Molto utile anche il racconto della figlia, che è stata l’ultima a sentire le parole della madre in ospedale che accusava il marito del tentato omicidio. Inoltre la donna temeva già da tempo di essere aggredita e la sorella di Turturo ha in seguito raccontato che Lacarpia era sempre molto violento.

Le accuse

Giuseppe Lacarpia era stato accusato di omicidio premeditato, con l’aggravante della “brutalità”. Secondo la ricostruzione della Procura di Bari, l’uomo avrebbe prima inscenato l’incidente, poi dato fuoco all’auto in cui viaggiava con la moglie e, infine, l’avrebbe uccisa.

Lacarpia aveva negato l’omicidio, sostenendo che l’incidente fosse stato causato dallo schianto contro un muretto e che avrebbe cercato di salvare la moglie rianimandola.

A smascherarlo un video girato da alcuni giovani aveva dimostrato il contrario. A questa prova si aggiungono le ultime parole di Maria Turturo, riferite a una delle figlie prima di morire in ospedale, che avevano chiarito le dinamiche dell’aggressione.

Fonte foto: ANSA

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