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Falsa cieca scoperta a Gioia Tauro: si è finta invalida per 15 anni, dovrà risarcire cifra da capogiro

La falsa cieca di Gioia Tauro dovrà restituire all'Inps 208mila euro per i 15 anni durante i quali ha incassato la pensione di invalidità

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Si è finta cieca per 15 anni incassando illecitamente la pensione di invalidità. Ora però la donna di 48 anni è stata scoperta e denunciata. E lo Stato le presenta il conto chiedendole indietro quanto ha indebitamente percepito.

Falsa cieca a Gioia Tauro

Le indagini sono state svolte dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, comune della città metropolitana di Reggio Calabria.

La donna è stata denunciata alla Procura della Repubblica di Palmi per truffa aggravata e continuata.

Due medici sotto indagine

Sotto indagine anche due medici che avrebbero certificato l’invalidità della donna in due circostanze differenti.

Per i due sanitari si ipotizzano i reati di concorso in truffa aggravata e falso materiale commesso da pubblici ufficiali in atto pubblico.

Le indagini hanno visto i militari agire sul campo pedinando la falsa cieca e filmandola durante la sua quotidianità. La donna sarebbe stata immortalata mentre eseguiva azioni impossibili da compiere per un non vedente, come utilizzare un cellulare guardandone lo schermo.

Se gli accertamenti dei carabinieri dovessero essere confermati dalla magistratura, la donna dovrà rifondere all’Inps una cifra che si aggira sui 208mila euro, per i quindici anni durante i quali avrebbe indebitamente percepito la pensione di invalidità.

Cosa rischia un falso invalido

Nell’ordinamento italiano spacciarsi per falsi invalidi è un comportamento punito con diverse gradazioni di intensità.

Chiunque si dichiari falso invalido per ottenere denaro o agevolazioni producendo dichiarazioni o documenti falsi commette il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

Il reato è punito con una salatissima sanzione, di importo variabile a seconda della gravità del fatto, e con la reclusione da sei mesi a tre anni.

Nei casi più gravi simulare un’invalidità configura il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. In questo caso la reclusione sale da uno a sei anni.

A determinare l’uno o l’altro reato è, secondo la normativa e la giurisprudenza della Cassazione, l’utilizzo o la presentazione di documentazioni false o attestanti circostanze false, così come l’omissione di informazioni dovute, con natura fraudolenta.

Fonte foto: ANSA

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