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Ex assessore non paga alimenti ma è assolto perché "troppo povero": Massimo Buscemi era nella giunta Formigoni

L'ex assessore lombardo Massimo Buscemi (giunta Formigoni) non ha pagato gli alimenti alla famiglia. "Troppo povero", si è difeso ed è stato assolto

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

L’ex assessore regionale lombardo Massimo Buscemi (giunta Roberto Formigoni) ha confermato di non poter pagare gli alimenti alla famiglia. La difesa dell’uomo di fronte al giudice del Tribunale di Busto Arsizio si è basata sul fatto di essere “troppo povero“. La giudice Cristina Ceffa lo ha assolto. L’avvocato dell’ex assessore ha spiegato che dopo la parentesi politica le entrate di Buscemi erano limitate, ma nonostante la buona uscita da 436mila euro, dal 2015 al 2021 non ha mai versato la quota dell’assegno mensile da 3mila euro. Le parti civili attendono le motivazione della giudice.

Assolto dall’accusa di non aver versato l’assegno famigliare

Il Tribunale di Busto Arsizio ha deciso di assolvere Massimo Buscemi dall’accusa di non aver versato l’assegno di mantenimento alle figlie e alla moglie. La mancanza di coinvolgimento economico nella vita della famiglia dopo il divorzio è proseguita per anni, dal 2015 al 2021.

In aula si è difeso: “Sono troppo povero”. La giudice Cristina Ceffa lo ha assolto. La sentenza è arrivata nella giornata del 29 aprile, dopo anni in aula, quando è riuscito a dimostrare di non essere stato in grado di versare gli alimenti.

 Da sinistra: Daniela Bracco, Roberto Formigoni, Massimo Buscemi e Elena fontanella (15 marzo 2011, Palazzo della regione a Milano)

I problemi economici di Massimo Buscemi

Massimo Buscemi è stato assessore regionale della Lombardia nella giunta di Roberto Formigoni. Ha lavorato in politica per anni e ha quindi goduto di uno stipendio ben più alto della media nazionale. Al momento del divorzio era quindi stato stabilito un assegno di mantenimento dal valore di 3mila euro per le figlie e la moglie.

Il tempo però ha portato guai e con la fine del suo ruolo, non è stato per lui possibile pagare il mantenimento. Da quello che è emerso in aula, l’uomo non ha mai pagato un assegno, anche se dalla Regione Lombardia ha ricevuto nel 2015 una buona uscita di 436mila euro. Le parti civili, non a caso, si dicono interdette dalla piena assoluzione, che non riconosce l’assegno di sostegno economico anche nel momento in cui i fondi erano presenti. Si attende la lettura delle motivazioni della giudice.

Il caso Rimborsopoli

In passato Massimo Buscemi era finito in guai giudiziari. Il più noto è stato il caso di Rimborsopoli, per il quale aveva accettato il patteggiamento a 2 anni e 2 mesi. La Procura aveva scoperto un sistema basato su rimorsi illeciti per l’acquisto di prodotti personali, tra cui banchetti di notte, feste e gratti e vinci.

Tra chi patteggiò per lo stesso scandalo ci fu anche l’ex consigliera regionale della Lombardia Nicole Minetti.

Fonte foto: ANSA

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