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Elezioni in Pakistan vinte dai candidati dell'ex premier Imran Khan, ora in carcere: stallo per il Governo

Caos in Pakistan dopo i risultati delle elezioni che hanno visto trionfare i fedeli dell'ex primo ministri Imran Khan

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Matteo Runchi

REDATTORE

Redattore esperto di economia, appassionato di tecnologia e sport. Scrive di attualità e cronaca. Laureato in Storia all’Università degli Studi di Milano, ha lavorato per diversi siti e redazioni.

È caos per le elezioni in Pakistan. Il voto è stato vinto dai candidati fedeli all’ex primo ministro Imran Khan, oggi in carcere. Non possono però formare un Governo, perché il loro partito è stato sciolto e reso illegale pochi mesi prima delle elezioni.

I risultati delle elezioni in Pakistan

Dopo tre giorni il Pakistan ha reso noti i risultati delle elezioni di venerdì. I candidati che fanno capo all’ex primo ministro Imran Khan hanno ottenuto più seggi degli avversari, in tutto 93 su 266 disponibili. In precedenza questi politici facevano parte del PTI, partito centrista e populista, che vinse le elezioni nel 2018, oggi sciolto e reso illegale.

Tecnicamente, il primo partito è quello di un altro ex primo ministro Nawaz Sharif, la Lega musulmana, liberista e conservatrice, che ha ottenuto 73 seggi. Il secondo è il Partito Popolare del Pakistan, socialdemocratico, con 54.

Il leader della Lega musulmana Nawaz Sharif

Oltre ai 266 seggi assegnati tramite le elezioni dei candidati, ci sono altri 70 seggi riservati alle donne e ai non musulmani, che vengono assegnati proporzionalmente ai partiti. Questo rappresenta uno svantaggio per i sostenitori di Khan, che non hanno potuto presentarsi come partito e quindi non li otterranno.

Perché Imran Khan è in carcere e il suo partito è stato sciolto

Imran Khan è stato primo ministro dal 2018 al 2022. Durante questo periodo ha cambiato parte dell’atteggiamento iniziale passando da uno amichevole con gli USA a rapporti più stretti con Cina e Russia.

All’inizio del 2023 fu però sfiduciato dal parlamento e il presidente sciolse le camere indicendo nuove elezioni. Khan accusò gli USA di essere dietro alla sfiducia, parlando di una cospirazione straniera contro di lui.

Nel corso del 2023 Khan fu poi arrestato e condannato prima a 3 anni di reclusione per aver venduto e regalato alcuni beni dello Stato, e poi a 10 anni per corruzione, per aver rivelato segreti di Stato. Khan aveva detto di aver ricevuto una comunicazione diplomatica di una cospirazione degli USA per deporlo.

Le proteste durante le elezioni e lo stallo

Nei mesi precedenti al voto il partito di Khan è stato sciolto e ad alcuni ormai ex membri è stato impedito di fare campagna elettorale. L’accesso a internet è stato poi bloccato durante le elezioni per evitare che i suoi comizi politici venissero trasmessi in streaming.

I tre giorni di tempo richiesti dallo scrutinio sono stati criticati dai sostenitori di Khan, che hanno denunciato brogli durante lo spoglio. Ad oggi nessun partito può formare un Governo in Pakistan.

Un’alleanza dei deputati di Khan con gli altri partiti maggiori è da escludersi e, per ragioni politiche, anche quella tra Lega musulmana e Partito Popolare è complessa. L’ex PTI potrebbe appoggiarsi a un piccolo partito sciita, il Majlis Wahdat-e-Muslimeen, per provare a formare un Governo.

Fonte foto: ANSA

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