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Ed Viesturs sulla polemica Reinhold Messner-Guinness e gli 8 mila: "È stato il primo a scalare le 14 vette"

Ed Viesturs che, secondo il Guiness dei Primati, sarebbe il "vero" Re degli Ottomila, ha parlato del caso che ha visto protagonista Messner

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Non smette di far discutere la decisione del Guiness dei Primati di togliere a Reinhold Messner il titolo di “Re degli Ottomila” perché avrebbe mancato di pochi metri la vetta dell’Annapurna. Sul caso è intervenuto anche l’alpinista Ed Viesturs che, secondo il Guiness dei Primati, sarebbe il “vero” Re degli Ottomila.

Cosa ha detto Ed Viesturs su Reinhold Messner

Ed Viesturs ha dichiarato: “Sono fermamente convinto che Reinhold Messner sia stato il primo a scalare tutti e 14 gli Ottomila e che questo debba essere riconosciuto”.

L’alpinista ha poi aggiunto: “Messner e gli altri alpinisti hanno fatto di tutto per scalare le vere vette, al meglio delle loro conoscenze e nelle condizioni che hanno trovato sul posto”.

A proposito di Messner, Ed Viesturs ha detto poi alla ‘Dpa’: “È stato il nostro precursore, non solo stilisticamente, ma anche fisicamente e psicologicamente, scalando senza ossigeno supplementare. Altri scalatori, come me, hanno potuto seguire le sue orme ispirandosi a lui”.

L’alpinista americano ha poi sottolineato, come fatto già in precedenza dallo stesso Reinhold Messner, che “l’arrampicata è un viaggio personale e non dovrebbe riguardare liste o record”.

Il commento di Messner alla decisione del Guinness dei Primati

All’agenzia ‘ANSA’, Reinhold Messner aveva commentato così la decisione del Guinness dei Primati: “Sciocchezze. Non ho mai rivendicato nessun record, perciò non mi possono disconoscere nulla. Inoltre, le montagne cambiano. Sono passati quasi 40 anni, se qualcuno è salito sull’Annapurna di certo siamo stati io e Hans”.

Reinhold Messner.

L’alpinista ha poi spiegato: “La montagna cambia, come ogni cosa in natura. Soprattutto sull’Annapurna basta che crolli la cornice di neve e la vetta si abbassa di 5 metri. La cresta che porta alla vetta è lunga 3 chilometri, Jurgalski (il cronista secondo il quale Messner e e Hans Kammerlander nel 1985 avrebbero mancato la vetta dell’Annapurna, ndr) ha semplicemente confuso la cima est con quella principale”.

Reinhold Messner ha poi sottolineato ancora: “L’alpinismo è cambiato negli anni. Prima tutto girava intorno alla conquista, ovvero le prime scalate delle vette inviolate, poi invece si è iniziato a puntare sulla difficoltà dell’impresa, come abbiamo fatto io e Hans scalando l’Annapurna da una parete interminabile e difficilissima durante una tempesta, che di per sé era già un’impresa”.

La chiosa finale di Messner: “L’alpinismo non è uno sport e per questo non esistono né competizioni né vincitori”.

Le parole di Hans Kammerlander

Anche Hans Kammerlander ha parlato della sua contestata scalata all”ANSA’: “Così si distrugge l’alpinismo. Non mi interessa il numero di Ottomila scalati, ne ho abbastanza, ma tutto il dibattito è ridicolo. Ovviamente non esiste la certezza assoluta, erano altri tempi, senza gps. A quelle quote basta una tempesta di neve e la luce del sole offuscata. Siamo tuttora convinti di essere stati sulla vetta, ma chi sa se dietro al masso c’erano altri 5-6 metri da salire. Questo non toglierebbe comunque nulla alla nostra impresa”.

Fonte foto: ANSA

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