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CRONACA NERA

Donna sceglie il suicidio assistito in Svizzera: il marito viene avvisato con una mail finita nello spam

Una donna di Torino ha scelto il suicidio assistito in una clinica Svizzera: era in salute, ma depressa per la recente morte del figlio adolescente

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Una donna di 55 anni è ricorsa al suicidio assistito in una clinica Svizzera. La signora era depressa per la recente scomparsa del figlio adolescente ed era in cura presso uno psichiatra. La clinica ha avvisato il marito a cose fatte tramite una mail finita nello spam. Pochi giorni più tardi sono arrivate le ceneri, recapitate per posta.

Donna sceglie il suicidio assistito in Svizzera

La donna, di nome Marta, era un’affermata professionista con un impiego di prestigio in ambito scientifico a Torino.

Marta non aveva alcun problema fisico, a differenza della maggior parte delle persone che si rivolgono alle cliniche per il suicidio assistito.

Lo scorso 12 ottobre ha deciso di raggiungere di nascosto la struttura che si trova a pochi minuti dal centro di Basilea e ha scelto la morte.

La sua storia viene raccontata da La Repubblica, che raccoglie anche lo sgomento del marito.

Tre mesi prima i familiari di Marta avevano scoperto che la donna aveva avviato i contatti con la clinica e avevano cercato, invano, di poter parlare con un responsabile.

Colpita da una profonda depressione

La donna era sprofondata nella depressione dopo avere perso il figlio per una malattia degenerativa, ma aveva accettato di seguire un percorso terapeutico.

L’ultimo messaggio

Un’ora prima di morire, Marta aveva inviato un messaggio al suo avvocato: “Per favore, vai a casa, stacca le utenze, regala i miei vestiti in beneficenza e affida a mio marito l’urna con le ceneri di nostro figlio”.

Il messaggio ha allarmato l’avvocato, che ha allertato il marito della donna, all’estero per lavoro. Il professionista è poi corso a sporgere una denuncia per scomparsa di persona.

Alcune ore più tardi il marito, controllando lo spam della mail, ha trovato una comunicazione della clinica che lo informava della morte della moglie. Qualche tempo dopo è arrivato un pacco contenente le ceneri.

“Non mi è stato permesso di vedere il corpo prima della cremazione — denuncia l’uomo — ho ricevuto a casa l’urna con le sue ceneri e uno scarno certificato di morte sul quale non sono indicate le cause”.

“Al netto del nostro dolore personale, ci chiediamo quanto sia giusto tutto questo“, accusano i familiari.

Negli ultimi mesi anche in Italia è possibile ottenere il suicidio assistito, tramite il Servizio sanitario nazionale.

Fonte foto: iStock

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