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Dentista cura un 44enne convinto che abbia una gengivite mentre invece è un tumore: il paziente è morto

Roma, padre 44enne morto a causa di un tumore: dentista lo ha curato per mesi convinto che il problema fosse una gengivite

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio dell’odontoiatra che ha avuto come paziente Thomas Nuovo, 44 anni e padre di due bambini di un anno e mezzo e quattro anni. L’uomo è deceduto  a causa di un tumore.

La dentista ha curato il 44enne sostenendo che il problema riscontrato fosse causato da una gengivite. In realtà non si trattava di una banale infiammazione, bensì di un melanoma.

Dentista rileva una gengivite, ma non si accorge che è un tumore

La vicenda è stata approfondita dal quotidiano Il Messaggero, che ha spiegato i dettagli del caso. La dentista è ora accusata di omicidio colposo e ora spetterà al giudice stabilire se ci sia un nesso tra le presunte condotte omissive della professionista e il decesso di Thomas.

Tutto ha avuto inizio il 4 aprile del 2018 quando il 44enne si è recato nello studio odontoiatrico a sud di Roma, spiegando di avere un fastidio per un piccolo rigonfiamento della gengiva.

Il medico non ha avuto dubbi e ha detto a Thomas che si trattava di una gengivite provocata da una non corretta igiene orale. Così il paziente ha iniziato un programma di pulizia bimestrale.

Dopo il trattamento però non si è registrato alcun miglioramento. L’igienista del dentista, il 30 luglio, ha cominciato a sospettare che il problema potesse essere riconducibile a un tumore. Infatti lo ha scritto nella cartella. Quando però c’è stato il sequestro del diario clinico da parte dei carabinieri del Nas, l’annotazione non è stata trovata.

Nonostante il parere della sua collaboratrice, il dentista non ha ritenuto necessario consigliare ulteriori accertamenti al paziente. Dall’altro lato ha suggerito a Thomas di monitorare con fotografie la lesione.

Il primo ottobre, dopo una radiografia, l’odontoiatra non ha preso in considerazione l’ipotesi del tumore. Così sono continuate le sedute di igiene orale fino a quasi a Natale del 2018, quando il dentista ha scelto di rimuovere la lesione tramite laser ma senza essere stato in possesso di alcun esame istologico sul reperto.

La diagnosi e il decesso

Il 18 gennaio 2019, il dentista, finalmente, ha consigliato al padre 44enne di recarsi alla clinica odontoiatrica del Policlinico Umberto I dove, tre giorni dopo, viene detto a Thomas che quella lesione è un melanoma.

Purtroppo il quadro clinico, al momento della diagnosi, risultò già compromesso. Thomas, dopo un calvario fatto di operazioni e cure, è morto il 15 dicembre del 2020.

L’accusa del pubblico ministero

Secondo il pubblico ministero, il dottore avrebbe cagionato la morte del 44enne “per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia. In particolare – si legge nel capo di imputazione – diagnosticando una gengivite dovuta a un’errata igiene orale (valutazione questa inizialmente plausibile), in assenza di una regressione della patologia nei tempi indicati in letteratura medica odontoiatrica (circa 15-20 giorni), a fronte di un quadro sintomatico perdurante” non avrebbe disposto accertamenti cito-istologici “che, qualora eseguiti tempestivamente, avrebbero rilevato con sensibile anticipo la natura maligna della patologia da cui Thomas Nuovo era affetto, così impedendo che sopravvivesse rispetto alla data del decesso, per un lasso di tempo apprezzabile e significativo”.

Fonte foto: ANSA

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