Covid Verona, quattro donne non vaccinate costrette al parto prematuro. Medici: "Condizioni critiche"
Covid, quattro donne positive hanno partorito prematuramente a Verona: le loro condizioni e quelle dei neonati
All’ospedale Borgo Trento di Verona, quattro neo mamme si trovano ricoverate in terapia intensiva. Tutte sono giovani. E tutte risultano essere non vaccinate contro il Covid. Come riferisce il Corriere della Sera, sembra che a consigliare alle quattro donne in gravidanza di non farsi vaccinare siano stati i loro medici specialisti o di famiglia.
La più grave resta la neo mamma più anziana di 45 anni. Originaria di Trieste, è stata trasferita il 20 novembre a Verona, in quanto l’ospedale è attrezzato con la Ecmo, la macchina per la circolazione extracorporea. Da un mese è intubata e versa in condizioni molto gravi.
Covid, Verona: parto alla 27esima settimana. I medici: “Il caso più complesso avuto”
Nella notte tra sabato e domenica, i medici delle terapie intensive di area covid e ostetrico-ginecologica hanno deciso di procedere con un taglio cesareo alla donna, che nonostante le condizioni gravi ha portato la gravidanza alla 27esima settimana. Così è nata Maria, che pesa un chilo e resta a rischio per la nascita prematura.
I medici hanno fatto sapere che è stato necessario fare una trasfusione alla piccina che ora è stazionaria. Tra tante notizie allarmanti, uno spiraglio di positività: la neonata non risulta intubata ed è nata negativa al Covid.
“La prognosi, però, rimane riservata — ha sottolineato il direttore del Dipartimento materno infantile di Borgo Trento, il dottor Massimo Franchi — non ci possiamo ancora esprimere sulla sopravvivenza della piccola. Questo è stato il caso più complesso che abbiamo avuto”.
Covid, parti prematuri: come stanno le neomamme e i neonati
Le altre tre neo mamme ricoverate si trovano in semintensiva e sono tutte ventilate con casco cpap (continous positive airway pressure). Pure nei loro confronti i medici hanno deciso di procedere con un tempestivo taglio cesareo, facendo nascere, mentre erano addormentate, i loro figli intorno all’ottavo mese.
“Sono ancora in condizioni critiche — ha evidenziato il professore responsabile delle intensive dell’Azienda ospedaliera scaligera, Enrico Polati —. I loro bambini sono nati vivi, bisogna vedere adesso come evolveranno i quadri clinici per le madri e i neonati”.
Nessun dettaglio in più rivelato perché Polati, sempre al Corsera, ha spiegato che non ha tempo di approfondire in quanto sono giorni di fuoco e in ospedale non ci si può distrarre un attimo: “Siamo di nuovo in una situazione infernale, lavoro 16 ore al giorno”.