Covid, Veneto peggiore nei contagi: la spiegazione di Zaia
Il governatore veneto dà una spiegazione per i numeri sui contagi da Covid-19 della sua regione, molto più alti rispetto alle altre.
“In Veneto la situazione è assolutamente seria, il Covid è un incubo. Ma da qui al leggere i dati senza la necessaria consapevolezza, ce ne corre” dice così, intervistato dal Corriere della Sera, il governatore Luca Zaia in merito all’evoluzione della curva dei contagi sul territorio. Da diverse settimane il Veneto rimane la regione in Italia che registra più nuovi casi di Covid-19 al giorno, con un tasso di positività tre volte le altre. Ma il governatore ha una spiegazione per questi numeri.
“Tra pochi giorni i nostri contagi si abbasseranno. Il governo cambierà il modo di registrare i dati, come richiesto dalle Regioni. Quello che finora ha fatto passare il Veneto per un lazzaretto” assicura Zaia.
Secondo il presidente leghista il motivo dei dati della sua regione sarebbe, infatti, la modalità con la quale vengono raccolti i dati: “Passiamo tutti i giorni per la regione con il maggior numero di contagi. Il primo giorno che ci siamo presi il primato avevamo fatto circa 60 mila tamponi tra rapidi e molecolari. I contagiati erano 3.000, quindi il 5%. In quello stesso giorno, la regione che passava per la migliore della classifica aveva trovato 40 positivi su 400 tamponi. Il che significa il 10%: il doppio.”
“Noi da sempre facciamo un gran numero di tamponi rapidi. Che però, sulla base della circolare del febbraio scorso, non possono essere inclusi nella statistica – spiega Zaia. O meglio: i positivi sono contati, ma il loro numero viene caricato sui soli tamponi molecolari. Ma nei prossimi giorni, questo cambierà.”
E sull’ipotesi, avanzata da voci critiche, che i numeri alti di contagi possano essere una conseguenza della zona gialla in Veneto Zaia risponde: “Il decreto delle zone è di ottobre. Introduce 21 parametri pensati dalle più illustri menti scientifiche a livello nazionale. Se il Veneto non ha mai superato i parametri per entrare in zona arancione, io ne prendo atto. Peraltro, ci sono aree che hanno fatto due settimane di arancione senza aver risolto il problema. Ma non posso accettare che si dica che il problema dell’algoritmo sia un problema nostro o che ci siano numeri taroccati per restare in zona gialla”.