Covid, Crisanti preoccupato: "Il vaccino ha una copertura di 6-7 mesi"
Andrea Crisanti, docente di Microbiologia all'Università di Padova, ha parlato dei dati arrivati da Israele: le preoccupazioni dell'esperto
Dopo l’estate, la paura. Andrea Crisanti, citando i dati sui vaccini provenienti da Israele in occasione del suo intervento alla festa del Fatto Quotidiano, ha acceso i riflettori sulla durata della copertura e sul Green Pass. Cosa ha detto il docente di Microbiologia all’Università di Padova.
Covid, Crisanti preoccupato: “Il vaccino ha una copertura di 6-7 mesi”
Andrea Crisanti ha dichiarato che “la situazione di Israele ci sta dicendo che i vaccini che abbiamo a disposizione non sono l’unica soluzione. Sicuramente vanno aiutati con altre misure”.
Il motivo? “L’immunità indotta dalla vaccinazione con Pfizer dura intorno ai 6-7 mesi. C’è un numero di persone importante che si infettano e si ammalano, anche vaccinate, in particolare fragili e anziani. Questo rischia di riportare indietro le lancette dell’orologio“.
Secondo Crisanti, “scoprire che la vaccinazione dura 6 mesi sul campo secondo me è un po’ tardi”. Il messaggio è destinato alle aziende farmaceutiche che hanno lanciato AstraZeneca, Pfizer e Moderna: “Queste informazioni, date in tempo, avrebbero potuto informare i decisori politici. Stiamo parlando di terza dose e obbligo vaccinale, ma se la terza dose non è efficace per colpa delle varianti non ha effetto”.
La prima cosa da fare, per lui, è migliorare i vaccini “come durata”.
L’esperto, comunque, non è contrario ai vaccini in sé: “Meno male che ce l’abbiamo, non ho dubbi su questo: senza vaccino saremmo di fronte a una catastrofe. I vaccini sono lo strumento che in termini di sanità pubblica ha il rapporto migliore in termini di costi ed efficacia. Ma è giusto dire che a livello nazionale e internazionale si deve sviluppare una terza generazione di vaccini, adatti anche ai Paesi poveri, a partire dai costi”.
Covid, Crisanti preoccupato: i numeri che non tornano secondo l’esperto
“Ora sappiamo che la letalità è diminuita di cinque volte – ha aggiunto Crisanti -: questo è ingiustificato perché dovremmo avere 25 mila casi al giorno se registriamo 50 morti. Significa che facciamo i tamponi alle persone sbagliate. O forse ancora troppo pochi”.
Il professore ha poi fatto l’esempio dell’Inghilterra: “Ha eliminato le restrizioni e ha più vaccinati rispetto a noi: ha 35 mila casi al giorno circa, con 100-120 morti al giorno. Ha un sistema di controllo che mantiene la situazione in equilibrio grazie a tracciamento e tamponi. Il prezzo è di 36 mila morti all’anno, che sono tanti. Ci portano al livello di Paesi in via di sviluppo per quel che riguarda una malattia infettiva, equivale al 5% delle morti in un anno”.
In merito all’obbligo vaccinale: “Sarei d’accordo se il vaccino efficace all’85% e durasse un anno. Per quanto riguarda la terza dose, ce lo dirà l’esperienza di Israele. Se non cambierà di molto la situazione, allora bisognerà ridisegnare e aggiornare i vaccini. La decisione deve essere sempre informata dai dati e dalle evidenze, l’unico modo per non sconcertare le persone”.
Covid, Crisanti preoccupato sul Green Pass: la critica dell’esperto
Andrea Crisanti ha anche parlato di Green Pass: “Una immunità che cala genera una maggiore predisposizione rispetto a una variante diversa dal ceppo con cui è stato fatto il vaccino. I dati di Israele ci dicono una cosa chiara: il Green Pass non crea ambienti sicuri”.
Secondo il docente, infatti, “è uno strumento per indurre le persone a vaccinarsi. I politici che dicono ‘creiamo ambienti sicuri’ dicono una baggianata”.