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Covid, allarme sui test rapidi: sono sbagliati nel 40% dei casi

Il test rapido qualitativo per Covid è risultato meno affidabile del previsto: meglio ricorrere a quello quantitativo o, dove possibile, al tampone

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il test antigenico rapido anti Covid, eseguito negli ambulatori e in farmacia, che rileva lo status di positivo o negativo in pochi minuti, non è affidabile. Lo dice uno studio condotto dal Centro ricerche Altamedica di Roma, effettuato su 332 pazienti e pubblicato sulla rivista Future virology. Ne dà notizia l’Agi.

Test rapidi per il Covid, risultati sbagliati 4 volte su 10: lo studio

Gli scienziati hanno confrontato i risultati del test rapido immunocromatografico con quelli del tampone molecolare Rt-qPcr, considerato il miglior metodo per rilevare la presenza di un’infezione da coronavirus.

I test sono stati eseguiti nello stesso laboratorio dagli stessi operatori. Sui 332 individui che si sono sottoposti all’esperimento, 249 sono risultati positivi al tampone molecolare. Ma di questi solo 151 sono stati rilevati dal test rapido.

Covid, test rapidi sbagliati: producono troppi falsi negativi

“La letteratura internazionale già da tempo mette in luce i limiti dei test qualitativi immunocromatografici rapidi. La novità di questo studio sta nella assoluta correttezza metodologica che, per primo, ha svelato che i limiti già conosciuti sono in realtà estremamente maggiori”, ha spiegato Claudio Giorlandino, direttore scientifico di Altamedica.

“L’enorme numero di falsi negativi che questi test, eseguiti in farmacia o in piccoli studi o laboratori, produce è pericolosissimo perché determina nei soggetti negativi un falso senso di sicurezza che induce ad allentare il rispetto delle misure di prevenzione quali il mantenimento della distanza e il rigido utilizzo di mascherine”, ha sottolineato l’esperto.

Covid, test rapidi errati: dove e come possono ancora essere utili

“Invece purtroppo quasi una persona su due che risulta negativa è ancora infettiva, con l’effetto controproducente della diffusione del contagio. La scarsa sensibilità dei semplici test rapidi ne consente semmai l’utilizzo solo come test in prima linea per la diagnosi di Covid-19, limitatamente al primo controllo di massa in condizioni particolari”, ha continuato Claudio Giorlandino, come riporta l’Agi.

Il test rapido può essere utilizzato “per intercettare immediatamente almeno una parte di altamente positivi dove non è possibile attendere le 12 o 24 ore di un test molecolare che necessita di essere trasportato ed eseguito in laboratorio specializzato. Il suo uso dovrebbe essere limitato nei porti e aeroporti, ma tutti i soggetti negativi devono comunque essere avvertiti di osservare strettamente le precauzioni per evitare di trasmettere il contagio, perché non è certo che non siano portatori“, ha evidenziato il ricercatore.

Covid, test rapidi poco affidabili: perché è meglio fare il tampone

“Non si deve però confondere il test antigienico rapido immunocromatografico qualitativo, che indica solo se si è positivi o negativi e viene fatto in centro diagnostico, ambulatorio medico o in farmacia, con il test rapido quantitativo eseguito in laboratorio attraverso metodiche di immunofluorescenza. L’esame quantitativo utilizza metodologie e apparecchiature specifiche che risultano molto più attendibili”, ha dichiarato Claudio Giorlandino.

“Si ribadisce inoltre che il test in biologia molecolare”, ovvero il tampone, “rappresenta, pur non dando neanche lui massima certezza, il gold standard diagnostico. Solo la sua negatività può consentire una ragionevole tranquillità”, ha concluso parlando con Agi.

Fonte foto: Ansa
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