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Covid, studio su correlazioni tra vaccino e "morti improvvise": nessun aumento di infarti, ictus e miocarditi

Nessuna correlazione provata fra Coronavirus e malattie cardiovascolari o polmonari. Lo studio italiano sull'intera popolazione del Pescarese

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Non ci sono prove che il vaccino anti Covid abbia causato morti improvvise dovute all’insorgere di patologie cardiocircolatorie o polmonari. È quanto risulta da una ricerca italiana che per un anno e mezzo ha seguito migliaia di persone.

Monitorata tutta la provincia di Pescara

La ricerca è stata condotta dal Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Bologna in collaborazione con l’Ateneo di Ferrara e l’Asl di Pescara. A coordinare lo studio il professor Lamberto Manzoli dell’Università di Bologna.

I ricercatori hanno monitorato per 18 mesi, da gennaio 2021 a luglio 2022, i dati sanitari dell’intera popolazione della provincia di Pescara, oltre 300mila persone, tenendo in considerazione numerosi fattori come l’età, il sesso e il rischio clinico dei partecipanti.

I risultati non mostrano alcun aumento di eventi cardiocircolatori avversi post vaccinazione Covid. Nessun aumento registrato, dunque, di arresti cardiaci, ictus, infarti, miocarditi, pericarditi e trombosi venose profonde. Stesso discorso per le malattie polmonari gravi.

Studio sul Covid-19 unico nel suo genere

Non esistono dunque maggiori incidenze di patologie fra chi si è vaccinato e chi no.

Al momento si tratta dell’unico studio al mondo che abbia monitorato una così massiccia fetta di popolazione per così tanto tempo. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Vaccines.

“I risultati che abbiamo ottenuto mostrano in modo netto che tra i vaccinati non c’è stato un aumento di rischio di malattie gravi”, dice il professor Manzoli.

“Vi sono stati casi isolati negativi, ma il profilo di sicurezza dei vaccini utilizzati durante la pandemia è stato confermato: sarà ora importante continuare il follow-up su un periodo più lungo”.

Chi si ammala di più

Maggiore incidenza di patologie invece per chi non ha contratto il Covid e non ha completato il ciclo vaccinale facendo solo una o due dosi di vaccino.

“Questo dato controintuitivo – dice Manzoli – è dovuto a un bias epidemiologico causato dalle restrizioni attuate durante l’emergenza”.

“L’83,2% delle persone vaccinate che non ha contratto il Covid ha ricevuto almeno tre dosi di vaccino: chi ha ricevuto solo una o due dosi non ha completato il ciclo vaccinale, o perché è deceduta o perché è stata scoraggiata dall’insorgenza della malattia”.

Lo studio conferma inoltre che i vaccinati che hanno contratto il Coronavirus sono più protetti rispetto ai soggetti che sono guariti senza essersi vaccinati.

Su questo tema, in tempi recenti uno studio americano ha dimostrato come le ricadute aumentino il rischio di danni gravi.

E nelle settimane passate il virologo Roberto Burioni aveva rassicurato i cittadini dimostrando che non esistono aumenti di morti giovanili improvvise dovute alla vaccinazione contro il Coronavirus.

Fonte foto: ANSA

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