Covid, Ricciardi: "Zona rossa fino al 15 gennaio e scuole chiuse"
Il consulente del ministro della Salute ritiene che sia necessario prolungare la zona rossa oltre il 6 gennaio
Walter Ricciardi non cambia idea e indica il lockdown nazionale come unica strada per contenere in modo efficace l’epidemia da Covid-19. Per questo il consulente del ministro della Salute in un’intervista a La Stampa, ritiene che sia necessario rinviare il termine della zona rossa dopo l’Epifania e tenere le scuole ancora chiuse.
Covid, Ricciardi: lockdown e scuole chiuse fino a metà gennaio
“Per abbassare davvero la curva dei contagi, lo abbiamo visto, l’unica strada è quella di lockdown lunghi e nazionali – sostiene Ricciardi. Anche la “zona rossa” ora in vigore andrebbe prolungata, almeno fino a metà gennaio, se vogliamo vedere effetti positivi. Se dal 7 gennaio, di colpo, facciamo riprendere tutte le attività, assisteremo certamente a un rialzo della curva epidemica”.
Secondo l’igienista, il ritorno alle lezioni in presenza sarebbe da evitare: “So che è impopolare dirlo, ma non è il caso. Si possono riportare i ragazzi in classe solo con una circolazione bassa del virus, non con quella attuale. Le scuole sono ambienti sicuri, ma è la situazione esterna a sconsigliarne la riapertura. Altrimenti rischiamo di richiuderle nel giro di poche settimane”.
Covid, Ricciardi: obbligo del vaccino per gli operatori sanitari
E anche sulla questione dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario, il professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica non ha dubbi: “Vaccinarsi per medici e infermieri è un imperativo morale e deontologico, una questione di sicurezza sul luogo di lavoro: se un operatore sanitario non si protegge dal virus vaccinandosi, non può continuare a esercitare“.
Ricciardi pensa che per la grande maggioranza dei lavoratori di ospedali e Rsa “sia sufficiente la raccomandazione, ma se non dovesse bastare si prenderanno misure più energiche”.
Ma in generale si dice d’accordo con il premier Conte sull’esclusione dell’obbligatorietà della vaccinazione, “sappiamo che il 70% dei cittadini italiani non è contrario ai vaccini, un altro 25% è dubbioso, ma va informato con chiarezza: alla fine potremo arrivare al 95% di copertura”.
Il consulente del ministro Speranza prenderebbe inoltre in considerazione la possibilità di un tracciamento dell’avvenuta vaccinazione, “nel caso ci trovassimo di fronte a un 30 o 40% della popolazione che rifiuta il vaccino. È un’ipotesi da studiare bene dal punto di vista giuridico, ma nei Paesi orientali ha funzionato”.
Se nei primi mesi del 2021 “riusciremo a vaccinare le categorie più fragili della popolazione, già prima dell’estate avremo ricadute positive dal punto vista della mortalità e dei ricoveri in ospedale, alleggerendo la pressione sul sistema sanitario”, è la sua previsione ma per vedere risultati sul fronte dei contagi “bisognerà aspettare la fine dell’anno“.