Covid, le regioni verso il cambio di colore: nuove zone rosse
Nuovi colori delle regioni: tutta Italia tra il rosso e l'arancione. Si "salva" solo la Sardegna che resta in zona bianca
Con l’avvicinarsi del lunedì, inizia già a prendere forma la geografia delle fasce di rischio con i cambi di colore delle regioni italiane. In anticipo rispetto al report sul monitoraggio settimanale, l’Istituto Superiore di Sanità ha già comunicato che una regione passerà in zona rossa. Altre, invece, rischiano. Secondo gli ultimi dati, infatti, quasi tutta Italia sarà in zona rossa o arancione.
Nel dettaglio, ecco le regioni che da lunedì potrebbero cambiare colore: Piemonte, Lombardia, P. A. Trento, P. A. Bolzano, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Abruzzo, Toscana, Liguria, Puglia e Valle d’Aosta potrebbero diventare rosse, aggiungendosi a Campania e Basilicata e Molise; tutte le altre in arancione, ad eccezione della Sicilia che rimarrebbe gialla e la Sardegna che resta bianca.
Piemonte in zona rossa: l’annuncio
L’Istituto Superiore di Sanità ha comunicato alla Regione Piemonte che l’Rt è salito a 1,41; un dato che fa scattare automaticamente la zona rossa, stando alle disposizioni in vigore, qualora l’indice Rt regionale superi l’1,25.
Friuli Venezia Giulia verso la zona rossa
In base ai parametri che verranno resi noti ufficialmente nelle prossime ore, il Friuli Venezia Giulia dovrebbe passare in zona rossa da lunedì prossimo. Secondo le ultime indiscrezioni, tra i dati che fanno scattare le misure previste per la zona rossa, c’è un indice Rt intorno all’1,3.
Possibile zona rossa anche in Lazio
Anche il Lazio si avvia verso la zona rossa: “Oggi – ha detto l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato – su oltre 16 mila tamponi nel Lazio (+884) e oltre 22 mila antigenici per un totale oltre di 39 mila test, si registrano 1.800 casi positivi (+146), 16 i decessi (-6) e +1.322 i guariti. Il valore Rt è a 1.3 la zona rossa è possibile per il superamento del valore 1.25, anche se l’incidenza è sotto soglia e anche i tassi di occupazione dei posti letto sono entro la soglia di allerta”.
I dati peggiorano in Veneto
Anche in Veneto si viaggia “sul filo del rasoio tra arancione e rosso“, come ha detto il governatore Luca Zaia. Il Veneto registra oggi 1.677 i nuovi contagi e altri 22 morti, con un tasso di positività al 3,90%. Per Zaia la speranza è che la regione “resti in zona arancione”, ma a preoccupare è l’aumento dei pazienti ricoverati per Covid: “Oggi siamo al 14% di coefficiente di riempimento dell’area non critica – ha spiegato – e del 12% nelle terapie intensive”.
In Lombardia 311 nuovi casi ogni 100mila abitanti
Anche la Lombardia si avvia verso un probabile passaggio da arancione rinforzato a zona rossa, con 311 nuovi casi ogni 100mila abitanti: un parametro che, secondo il Cts, dovrebbe far scattare automaticamente il passaggio nella fascia di rischio superiore.
Diversi sono i fattori che lasciano presagire un peggioramento dell’epidemia di Covid-19 in Italia: in attesa del monitoraggio della Cabina di regia, che sarà determinante anche per stabilire le misure con cui integrare il Dpcm in vigore dal 6 marzo, dati poco confortanti arrivano dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.
Emilia Romagna, campanelli d’allarme
L’assessore regionale alla Salute in Emilia-Romagna Raffaele Donini ha spiegato a SjyTg24 che “coi dati che stanno emergendo” che passi tutta la regione in zona rossa “è nelle cose”. Al momento “l’incidenza dei casi è sopra 250 per 100mila abitanti per settimana e nei reparti abbiamo una saturazione al 45% in terapia intensiva e 49% nei reparti Covid”.
Con gli ultimi provvedimenti regionali sono state già aumentate le restrizioni per Modena, Bologna e la Romagna, mentre il resto delle province ancora arancione, a parte Reggio Emilia che è arancione scuro.
Rapporto Gimbe: “Progressivo aumento di casi, si conferma la terza ondata”
Nel rapporto Gimbe sulla settimana dal 3 al 9 marzo si legge: “Da tre settimane consecutive si registra il progressivo incremento dei nuovi casi con un’inversione di tendenza di tutte le curve, che conferma l’inizio della terza ondata”.
In particolare, sono in peggioramento praticamente tutti i fattori: l’incremento dei nuovi casi (145.659 rispetto a 123.272, cioè +18,2%), dei decessi (2.191 rispetto a 1.940, pari a +12,9%), l’aumento delle persone attualmente positive (478.883 rispetto a 430.996, pari a +11,1%), delle persone in isolamento domiciliare (453.734 rispetto a 409.099, pari a 10,9%), le persone ricoverate con sintomi (22.393 rispetto a 19.570, pari a +14,4%) e quelle in terapia intensiva (2.756 rispetto a 2.327, ovvero +18,4%).
Le regioni in cui gli ospedali sono sotto stress
Renata Gili, della Fondazione Gimbe, ha osservato a margine del rapporto: “Sul fronte ospedaliero l’occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid supera in 7 regioni la soglia del 40% in area medica, con una media nazionale che si attesta al 35%; anche le terapie intensive, la cui occupazione a livello nazionale oltrepassa la soglia di allerta attestandosi al 31%, risultano sotto pressione in ben 11 Regioni”.
Le Regioni che al momento si trovano in una situazione delicata, dal punto di vista della pressione sulle strutture ospedaliere, sono Molise, Umbria, P.A. Trento, Marche, Lombardia, Abruzzo, Emilia-Romagna.