Covid, "oggi esistono due epidemie": Remuzzi spiega perché
Il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri fa il punto sulla campagna vaccinale anti Covid in Italia
“Oggi esistono due epidemie: quella dei vaccinati e quella dei non vaccinati”. Per questo, afferma in una intervista al Corriere della Sera il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Giuseppe Remuzzi, è fondamentale convincere gli indecisi a vaccinarsi contro il Covid-19.
La stragrande maggioranza dei ricoveri in ospedale, spiega, ora riguarda persone non vaccinate: “In Gran Bretagna ieri, a fronte di 36mila nuovi contagi giornalieri, i morti sono stati ‘solo’ 64. Il 20 gennaio i contagi erano 38mila e i decessi 1.300”.
“I vaccini autorizzati in Europa e negli Stati Uniti sono estremamente potenti nel proteggere da malattia grave e morte. Al contrario, non sappiamo ancora quanto blocchino i contagi, soprattutto alla luce della rapida diffusione della variante Delta“.
Per Remuzzi è quindi prioritario vaccinarsi tutti. In questo senso il green pass “rappresenta un incentivo per coloro che hanno paura dei vaccini, come si vede dal boom di prenotazioni. Non possiamo convincere i no-vax, ma gli indecisi sì, e non sono pochi”.
“Sbaglia – aggiunge – chi parla di ‘limitazione della libertà’: anche la patente potrebbe essere vista in questo modo, ma non vogliamo che una persona che ne è priva guidi la macchina, mettendo a rischio sé stesso e gli altri”.
“Sarebbe importante estendere il green pass alle scuole, dando una sorta di ‘idoneità’ agli insegnanti vaccinati. In pandemia – sottolinea – non è pensabile che chi lavora a contatto con altre persone non sia protetto”.
Riguardo alla somministrazione del vaccino anti Covid ai bambini e ragazzi, Remuzzi spiega che “i vaccini a base di mRna si sono rivelati molto efficaci e sicuri negli under 18. I casi di miocardite e pericardite (4 su 100mila vaccinati) si risolvono spontaneamente nel giro di pochi giorni e non c’è il rischio di complicanze”.
“Al contrario – aggiunge – Covid nei bambini può provocare, anche se molto raramente, la sindrome infiammatoria multisistemica, che richiede cure intensive e può causare effetti indesiderati anche a distanza di tempo”.