Covid, nuova ondata Cina: le preoccupazioni degli esperti e il consiglio sui tamponi in aeroporto
La circolazione di milioni di cinesi in occasione del Capodanno spaventa gli esperti: potrebbe causare la circolazione di nuove varianti di Covid
La caduta delle restrizioni agli spostamenti dalla Cina preoccupa il mondo. E i vari Paesi, come anche l’Italia, stanno iniziando a correre ai ripari, con nuove misure per prevenire una nuova ondata di Covid.
- Covid, nuova ondata in Cina: 500 mila positivi al giorno in un città
- Tamponi per chi arriva dalla Cina: il resto del mondo come Malpensa
- Fabrizio Pregliasco sulla nuova ondata in Cina: cosa ha dichiarato
- La preoccupazione di Matteo Bassetti sul "fuoco di ritorno"
Covid, nuova ondata in Cina: 500 mila positivi al giorno in un città
A Pechino la situazione è tragica, con 4 mila nuovi casi al giorno. Nella città di Tsingtao va ancora peggio, con 500 mila positivi rilevati quotidianamente.
Dopo tre anni di lockdown e strette, i cinesi stanno affrontando le conseguenze delle riaperture, con un’ondata terrificante che potrebbe coinvolgere anche il resto del mondo.
Dall’8 gennaio, infatti, riprenderanno i voli internazionali. Proprio a ridosso del Capodanno cinese, la festa più sentita e festeggiata.
Tantissime famiglie raggiungeranno i propri cari all’estero dopo anni di impedimenti, e gli spostamenti potrebbero aumentare la circolazione del coronavirus.
Tamponi per chi arriva dalla Cina: il resto del mondo come Malpensa
A preoccupare le autorità sanitarie internazionale è la mancanza di trasparenza nella gestione dell’emergenza coronavirus in Cina. Per questo molti Paesi hanno già preso delle misure per proteggersi.
La circolazione di nuove varianti potrebbe non essere stata monitorata o resa pubblica da parte del Governo di Pechino.
Per questo la Regione Lombardia ha ordinato all’aeroporto di Milano Malpensa di effettuare i tamponi a tutti i viaggiatori e gli operatori provenienti dal Paese Orientale.
Serviranno per sequenziare i virus eventualmente rilevati, e capire se il patogeno che sta circolando in Cina sia diverso da quelli mutati in Occidente.
Giappone, Malaysia e Taiwan hanno già imposto limitazioni a chi proviene dalla Cina, anche in questo caso con test negativi, e gli Stati Uniti e la Francia stanno pensando di adottare misure simili.
Fabrizio Pregliasco sulla nuova ondata in Cina: cosa ha dichiarato
Fabrizio Pregliasco, medico esperto di Igiene e Sanità pubblica, ha riferito all’Adnkronos Salute che è necessario “non farsi trovare impreparati rispetto a quello che potrebbe succedere”.
Sottolineando che è “giusto il potenziamento dei controlli rispetto ai viaggiatori in arrivo dalle aree interessate” dalla nuova ondata.
Bisogna incrementare la “sorveglianza virologica, con monitoraggio e sequenziamento virale”. La riapertura in Cina forse “non avrà conseguenze”.
Ma una diffusione così ampia e veloce di persone deve essere “tenuta assolutamente a bada” con interventi internazionali, visto il contesto “in cui tante nuove varianti possono emergere”.
La preoccupazione di Matteo Bassetti sul “fuoco di ritorno”
Matteo Bassetti, primario della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova ha dichiarato di essere molto preoccupato, visto che il 50% del miliardo e mezzo di cinesi potrebbe essere contagiato nel prossimo periodo.
Il rischio è quello di avere un “fuoco di ritorno” di chi arriverà in Italia e nel resto dell’Occidente e che potrebbe “portare delle varianti più contagiose”.
“Se una variante è resistente alle vaccinazioni è automaticamente più pericolosa, e mi auguro che tutto questo non succeda”, ha sottolineato il medico.