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Covid, la guerra non cancella la pandemia. L'allarme dei virologi sui rischi di una recrudescenza

La guerra in Ucraina non ha eliminato i rischi che comporta il Covid-19, malgrado si senta parlare meno della pandemia

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Per qualche giorno i media hanno allentato la presa sulla pandemia, concentrandosi sulla situazione di grave instabilità internazionale scaturita dalla guerra in Ucraina. Ma a una settimana dall’invasione della Russia, si torna a parlare dei rischi che comporta il Covid-19 proprio in un contesto bellico.

Covid, l’allarme dell’Oms per la guerra in Ucraina

Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha spiegato ieri in conferenza stampa che prima dello scoppio della guerra “l’Ucraina aveva registrato una recente ondata di casi di Covid-19. I bassi tassi di test osservati dall’inizio del conflitto, indicano che è probabile ci sia una significativa trasmissione del virus non rilevata“.

Questi dati, unitamente al fatto che l’Ucraina ha un basso tasso di vaccinazione e molte persone si trovano ora rifugiate in spazi chiusi o in fuga verso altri Paesi, potrebbe comportare che “un gran numero di persone sviluppi la malattia grave”. Il Paese, al momento, è anche concentrato sul trattamento di pazienti che sono rimasti feriti durante il conflitto.

Covid, Lopalco: “Una guerra è nemica di qualsiasi piano di prevenzione”

Come riporta Sky Tg24, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco ha detto: “Sul piano tecnico ed epidemiologico qualunque instabilità politica, a maggior ragione una guerra, è nemica di qualsiasi piano di prevenzione”. Motivo per il quale l’Ucraina, attualmente sotto attacco da parte della Russia, potrebbe rischiare una recrudescenza della pandemia.

Lopalco ha poi riportato un esempio passato: “La poliomielite è stata debellata in tutto il mondo, ma resta endemica in quelle regioni tra Afghanistan e Pakistan in cui non è possibile portare avanti un piano di vaccinazione a causa di crisi e conflitti”.

La conclusione dell’esperto è che combattere una pandemia nel mezzo di una guerra è un’operazione molto complicata, e ostacola ogni tentativo di prevenzione.

Covid, Galli: “In Ucraina 30% di vaccinati, la guerra si accompagna alle malattie”

Dello stesso avviso anche Massimo Galli, ex direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano: “La guerra è sempre un disastro. In pandemia è ancora più drammatica. In Ucraina c’è poco più il 30% di vaccinati. E ora intere città sono nei rifugi sotto terra, nelle condizioni più difficili. Abbiamo imparato tutti a capire cosa può significare”.

A seguito dei bombardamenti, ha sottolineato Galli, “c’è il rischio anche che gli acquedotti possano essere danneggiati, con i pericoli di inquinamento idrico. Storicamente la guerra si accompagna sempre alle malattie”.

L’infettivologo si è astenuto dal commentare la guerra in Ucraina dal punto di vista geopolitico, sottolineando che le sue preoccupazioni sono strettamente legate al contesto pandemico.

Il professor Massimo Galli

Covid, Gimbe: la pandemia rallenta in Italia, ma il governo deve prevedere un piano per i rifugiati

In Italia, la pandemia continua ad arretrare, come si evince dall’ultimo report della Fondazione Gimbe, con un calo del 21,1% dei nuovi casi, dei ricoveri in area medica (-20%) e dell’occupazione delle terapie intensive da parte dei pazienti Covid (-21%) e dei decessi (-18,6%).

Il presidente Nino Cartabellotta ha sottolineato che “l’Italia si colloca fra le nazioni con la più bassa percentuale di popolazione non vaccinata (16,1%)”. Tuttavia, in Europa, i dati sono molto altalenanti: “Si passa dal 5% del Portogallo al 63,8% dell’Ucraina”.

Pertanto, “i piani di accoglienza del Governo per accogliere i civili in fuga (dall’Ucraina, ndr) dovranno necessariamente includere la vaccinazione di anziani e fragili provenienti dalle zone di guerra, evitando diseguaglianze tra le Regioni”.

“Il dato ucraino non deve essere sottovalutato – ha aggiunto Cartabellotta – considerata la drammatica situazione che porterà nelle prossime settimane migliaia di profughi nel nostro Paese”.

Fonte foto: ANSA

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