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Cosa ereditano i figli di Silvio Berlusconi dopo l'apertura del testamento: più potere a Marina e Pier Silvio?

Dopo l'apertura del testamento di Silvio Berlusconi, ecco le ipotesi su come sarà diviso il suo patrimonio e chi raccoglierà l'eredità politica

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

L’apertura del testamento di Silvio Berlusconi presso lo studio del notaio Arrigo Roveda ha attirato l’attenzione di molti, in attesa di conferme su quanto si è ipotizzato nelle ultime settimane in merito alle ultime volontà del Cavaliere o di qualche sorpresa. Alla lettura del testamento hanno partecipato in collegamento anche i figli. Oltre alle ultime scelte riguardanti il vasto patrimonio immobiliare, si attendono possibili indicazioni sull'”eredità” politica del fondatore di Forza Italia e del lascito alla sua ultima compagna, la deputata Marta Fascina.

L’apertura del testamento

Il testamento è stato aperto mercoledì 5 luglio alla presenza di due testimoni, l’avvocato Luca Fossati, rappresentante dei figli Marina e Pier Silvio, e l’avvocato Carlo Rimini, in rappresentanza dei figli del secondo matrimonio, Barbara, Eleonora e Luigi.

La distribuzione del patrimonio di Berlusconi è un aspetto di grande interesse. Attraverso le sue società Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava, Berlusconi possedeva poco più del 61% di Fininvest, che a sua volta possiede oltre il 53% di Mondadori, circa il 50% di Mfe-MediaForEurope e il 30% di Banca Mediolanum.


Il notaio Arrigo Roveda mentre lascia lo studio senza rilasciare dichiarazioni in merito all’apertura del testamento

Non ci saranno sorprese

Allo stato attuale, nessuna indiscrezione è emersa dallo studio notarile Roveda, e le sensazioni lasciano intendere che non ci sono da attendersi colpi di scena.

Fedele Confalonieri, amico di lunga data di Silvio Berlusconi, avevaa categoricamente escluso qualsiasi conseguenza imprevista per la famiglia e le aziende controllate o partecipate da Fininvest, anticipando la mancanza di sorprese.

Le proprietà dei figli

Il restante 40% circa di Fininvest è già suddiviso tra i suoi cinque figli. Marina, la primogenita, detiene il 7,65% di Fininvest attraverso Holding Italiana Quarta, mentre Pier Silvio possiede il 7,65% con la Holding Italiana Quinta.

Un altro 21% è incluso nella H14, la holding partecipata in modo paritario dai tre figli avuti con Veronica Lario. Secondo il diritto ereditario, il 40% circa detenuto dal fondatore di Fininvest deve essere ripartito in parti uguali tra i figli, quindi ciascuno riceverà circa l’8%.

A chi va il restante 20%

La curiosità principale ricade sul restante 20% della società, che era sotto la completa disponibilità di Silvio Berlusconi, una quota decisiva per bilanciare il potere tra i due rami della famiglia.

Si ipotizza che Berlusconi abbia disposto che questa quota del 20% fosse ridistribuita in modo da equilibrare il “peso” tra le due componenti familiari. L’obiettivo sarebbe stato quello di garantire la continuità aziendale, come dichiarato ufficialmente da Fininvest subito dopo la morte di Berlusconi.

Più potere a Marina e Pier Silvio?

A corroborare da tesi, la voce riguardo un un accordo tra gli eredi: una sorta di Patto parasociale che possa fungere da garanzia per la continuità delle attività aziendali di famiglia.

All’interno di questi accordi, ci sarebbe una sorta di investitura per Marina Berlusconi, la primogenita, che potrebbe assumere una posizione di guida per l’intero gruppo.

Tuttavia, non è da escludere che il fondatore dell’impero abbia “spostato” la sua quota di controllo in modo che sia Marina che Pier Silvio possano gestire Fininvest. Infatti, i due figli hanno da tempo assunto ruoli di leadership all’interno delle imprese familiari.

Fonte foto: ANSA

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