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POLITICA ESTERA

Cos'è la missione Unifil dell'Onu in Libano, quanti sono i soldati italiani e qual è l'obiettivo

La missione Unifil è stata varata dall’Onu nel 1978 e vede impegnati in Libano circa 1.200 soldati italiani: quali sono i loro compiti

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Antonio Cardarelli

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione alla Sapienza e master in Giornalismo Digitale alla Pul di Roma, è giornalista professionista dal 2007. Ha lavorato come redattore in diversi quotidiani locali e, successivamente, ha ricoperto lo stesso ruolo per siti di informazione nazionali, per i quali ha anche seguito i canali social.

La tensione crescente in Medio Oriente ha riportato l’attenzione sulla missione Unifil dell’Onu in Libano, che vede coinvolti i soldati italiani. Mercoledì 9 ottobre l’esercito israeliano ha sparato contro le telecamere di sorveglianza di due basi che ospitano soldati italiani. Il giorno successivo due caschi blu indonesiani sono rimasti lievemente feriti a causa di colpi sparati dell’Idf contro il quartier generale Unifil a Naqura.

Di cosa si occupa la missione Unifil in Libano

Gli episodi hanno provocato la dura reazione del ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha convocato l’ambasciatore israeliano per avere dei chiarimenti. Crosetto ha parlato di “episodi intollerabili”, mentre Italia e Francia, i due Paesi maggiormente impegnati nella missione, hanno fatto sapere che riuniranno i Paesi europei coinvolti in Unifil.

Ma di cosa si occupa la missione Unifil dell’Onu in Libano, perché è stata organizzata e quali sono i compiti dei soldati italiani coinvolti?

I soldati italiani della missione Unifil in Libano

Perché l’Onu ha creato la missione Unifil

La storia della missione Unifil si può suddividere in due periodi: dal 1978 al 2006 e dal 2006 a oggi. La prima Unifil (United Nations Interim Force In Lebanon) è stata istituita dall’Onu nel 1978, dopo l’invasione israeliana del sud del Libano per prevenire il lancio di missili da quel territorio.

Con le risoluzioni 425 e 426 l’Onu ha deciso di costituire una forza di interposizione da inviare al confine tra Libano e Israele con il compito di verificare il ritiro delle truppe israeliane e ristabilire pace e sicurezza. La prima partecipazione italiana risale al luglio 1979, con uno squadrone di elicotteri dell’esercito dislocato a Naqura. Durante la nuova invasione israeliana del Libano (1982) le truppe Unifil sono rimaste relegate dietro le linee israeliane, con il compito di fornire protezione e assistenza alla popolazione locale.

Fino al 2000 le attività di Unifil sono rimaste piuttosto ridotte a causa delle ostilità permanenti tra Israele e le milizie di Hezbollah, con il contingente dell’Onu in Libano composto da circa duemila unità.

La seconda fase della missione Unifil in Libano

Nel 2006, in seguito a una pesante offensiva di Hezbollah, la situazione è precipitata nuovamente in un nuovo conflitto durato poco più di un mese. L’11 agosto 2006 il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, con la risoluzione 1701, ha di fatto varato la seconda fase della missione Unifil in Libano, il cui contingente è stato portato a 15mila unità.

Oltre a ridefinire i compiti di Unifil, la risoluzione ha previsto la costituzione di una fascia di sicurezza a sud del fiume Litani, nella quale la missione, insieme all’esercito libanese, esercita un’azione “cuscinetto” per prevenire la ripresa delle ostilità.

I soldati italiani impegnati in Libano

Attualmente le attività operative di Unifil consistono:

  • nell’osservazione dei posti fissi; nella condotta di pattuglie diurne e notturne e nella realizzazione di check-points;
  • nel collegamento con le forze armate libanesi;
  • nel pattugliamento marittimo.

La struttura delle forze Unifil può contare anche su una componente navale, la Maritime Task Force 448 – UNIFIL (TF 448). La sede del comando si trova a Naqura mentre il quartier generale del contingente italiano si trova a Tibnin. Il contingente della missione UNIFIL è attualmente composto da 12.261 unità; il maggiore contributo è fornito dall’Italia (1.200), dalla Francia (1.440), dall’Indonesia (1.146), dalla Spagna (1.050), dal Ghana, dall’India e dal Nepal (con circa 900 unità per ciascun Paese).

Fonte foto: ANSA

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