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Basi Unifil italiane della missione Onu in Libano attaccate da Israele: feriti 2 soldati di un altro avamposto

L'esercito di Israele alza la voce anche con l'Onu: colpito il quartier generale della missione Unifil, più due basi presidate da soldati italiani

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Sotto attacco. Nella serata di mercoledì 9 ottobre alcuni soldati dell’esercito di Israele avrebbero sparato contro basi Unifil italiane della missione Onu nel sud del Libano, distruggendo le telecamere di sorveglianza. Giovedì 10 ottobre, invece, un altro episodio simile si sarebbe verificato a Naqura, in una terza base, causando il ferimento di due militari dei caschi blu.

Colpite basi Unifil italiane dall’esercito di Israele

La sera di mercoledì 9 ottobre ci sono stati spari contro le telecamere di videosorveglianza di due basi italiane Unifil nel sud del Libano, a ridosso del confine.

Feriti due soldati

Secondo quanto appreso, però, l’attacco di mercoledì 9 ottobre sarebbe un episodio del tutto indipendente da quello accaduto il 10 ottobre, in cui c’è stato il ferimento di due caschi blu.

antonio tajani libanoFonte foto: ANSA
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani

I militari colpiti, secondo quanto riferito dall’Ansa dopo aver ascoltato fonti della sicurezza militare libanese, sarebbero almeno due e non sarebbero italiani.

Una fonte nelle forze Unifil in Libano ha detto ad Al Jazeera che i due peacekeeper colpiti sarebbero rimasti leggermente feriti.

Sembra che i due soldati fossero su una torretta di guardia nel quartier generale nell’area di Naqura, presa di mira da un carro armato.

Nel mirino il bunker dei soldati italiani

Secondo quanto riferito dall’Ansa, però, Israele avrebbe sparato anche sulla base UNP 1-31 sulla collina di Labbune, nell’area di responsabilità del contingente italiano.

Secondo le fonti locali, dopo che un drone israeliano ha ripetutamente sorvolato la base, i colpi israeliani hanno preso di mira l’ingresso del bunker dove sono rifugiati i soldati italiani: nell’attacco, affermano le fonti, sono stati danneggiati i sistemi di comunicazione tra la base e il comando Unifil a Naqura.

La versione della missione Unifil

Le ultime ore di tensione sono state ricostruire dalla missione Unifil, che ha confermato il ferimento di due peacekeeper “dopo che un carro armato Merkava dell’Idf ha sparato verso una torre di osservazione presso il quartier generale dell’Unifil a Naqura, colpendola direttamente e facendoli cadere”.

I due soldati sono stati portati in ospedale, ma le ferite sarebbero lievi.

Inoltre, aggiunge la missione, l’esercito di Israele avrebbe anche “sparato sulla posizione Onu (UNP) 1-31 a Ras Naqura, colpendo l’ingresso del bunker dove si erano rifugiati i peacekeeper e danneggiando veicoli e un sistema di comunicazione”: si tratterebbe del bunker dove si sono riparati anche i soldati italiani.

Mercoledì 9 ottobre, invece, Israele ha anche “deliberatamente sparato su UNP 1-32A, dove si tenevano regolari riunioni tripartite prima dell’inizio del conflitto, danneggiando l’illuminazione e una stazione di trasmissione. Unifil ha ricordato infine all’Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare l’inviolabilità dei locali delle Nazioni Unite in ogni momento”.

La telefonata tra Tajani e Katz prima dell’attacco

Martedì 8 ottobre il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si era interfacciato con l’omologo israeliano, Israel Katz, ribadendo la richiesta italiana di assicurare massima tutela al contingente Unifil.

Rassicurazioni arrivate immediatamente, ma durate poche ore visti gli attacchi.

I militari – tra cui ci sono 1.200 italiani in diverse basi – avevano comunque attivato tutti i dispositivi di protezione previsti dal protocollo, limitando anche le operazioni al minimo.

Lo stresso Tajani aveva espresso preoccupazione affermando che “chiaramente l’obiettivo rimane quello del cessate il fuoco sia in Libano che a Gaza“.

I soldati dell’Unifil avevano lanciato l’allarme nei giorni scorsi dopo che l’esercito israeliano si era schierato vicino a una postazione della missione a sud-est di Maroun al-Ras: Israele aveva avvisato che la zona è diventata area di guerra.

Ne è nato uno scontro con la missione Onu, che però è restata al suo posto.

Nel frattempo, mercoledì 9 ottobre, era rientrato in Italia il secondo volo organizzato, su indicazione del ministro Tajani, per riportare in patria circa 150 persone fra cui un centinaio di cittadini italiani e i loro familiari di nazionalità libanese, oltre a una ventina di cittadini di vari Paesi europei e più di trenta rifugiati siriani.

Crosetto convoca d’urgenza l’ambasciatore di Israele

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha convocato d’urgenza l’ambasciatore israeliano dopo l’attacco alle basi italiane.

unifil-basi-italiane-onu-israele-libano Fonte foto: Getty
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