Cos'è il virus vampiro: perché si parla di segno del "morso" e qual è il legame con Netflix e Stranger Things
È stato osservato per la prima volta un virus “vampiro”, capace di replicarsi con un comportamento simile a un personaggio di una serie Netflix
La loro esistenza era nota ai ricercatori da decenni, ma per la prima volta le tracce del cosiddetto virus “vampiro” sono state scoperte negli Stati Uniti. Un virus capace di riprodursi solo sfruttando altri virus, il cui comportamento è simile a uno dei cattivi di una serie Netflix, Mind Flayer, personaggio di Stranger Things.
La scoperta del virus “vampiro”
La scoperta è stata fatta dalla professoressa Tagide deCarvalho, vicedirettrice della facoltà di Scienze Naturali e Matematiche dell’Università del Maryland, a Baltimora, negli Stati Uniti.
Il team di scienziati guidato dalla professoressa deCarvalho, che ha collaborato con i colleghi della Washington University di St. Louis, è riuscito a confermare l’esistenza di un virus “vampiro”, scoperto grazie a numerosi campioni di terreno raccolti nel Maryland e nel Missouri.
La ricerca, che è stata pubblicata sul Journal of the International Society for Microbial Ecology, era in realtà nata come un progetto di classe con alcuni studenti universitari guidato dalla deCarvalho. Nelle successive analisi, la professoressa deCarvalho ha trovato due batteriofagi, entrambi virus che infettano e poi si replicano all’interno dei batteri, ribattezzati MiniFlayer e MindFlayer, prendendo spunto da una serie Netflix.
Come in Stranger Things
La particolarità di questi virus sta nel fatto che il virone, ovvero la singola particella virale, è stata trovata attaccata come un parassita ad un batterio. Un avvenimento che gli scienziati non credevano possibile, non avendone mai trovato tracce, e che porterà ora a nuove teorie sulla vita e i comportamenti dei virus.
Proprio in virtù di questa peculiarità il team di scienziati ha ribattezzato il virus prendendo spunto da Mind Flayer (in italiano Mostro Ombra), il cattivo della serie televisiva Stranger Things, prodotta da Netflix, che può sopravvivere solo grazie a una sorta di simbiosi con altre forme viventi.
E difatti i due virus scoperti sono “batteriofagi“, ovvero esseri che predano altri virus per replicarsi. Questi due virus nello specifico sembrano attaccarsi al “collo” dell’ospite, usandolo per sopravvivere. Ed esattamente come i vampiri, questi virus lascerebbero anche le tracce del proprio “morso”.
Il morso del virus
La biologa deCarvalho, come riportato da Independent, ha affermato: “Quando l’ho visto, ho pensato: ‘Non posso crederci’. Nessuno ha mai visto un batteriofago attaccarsi a un altro virus”. Difatti inizialmente i ricercatori erano convinti di trovarsi di fronte a dei campioni contaminati, salvo poi doversi ricredere.
La conferma è arrivata dal sequenziamento del genoma del virus, che è risultato in realtà essere quello di due distinti microorganismi. Uno dei due inoltre, era attaccato in una zona definita “collare”, che nei batteriofagi divide il capside vero e proprio, a forma di testa, dalla coda con cui inietta il suo materiale genetico all’interno dei batteri.
Incredibilmente, il virus attaccato è capace di lasciare dei segni sul collare del suo ospite, analoghi ai “morsi dei vampiri” descritti nelle storie nelle quali sono presenti questi esseri. Al momento non c’è idea di quanto tali organismi siano frequenti in natura ma, come spiegato dalla deCarvalho, “grazie al nostro lavoro, è possibile che in futuro ne vengano scoperti molti altri”.