Cos'è il presidenzialismo, come funziona e l'ipotesi italiana: cosa sapere in vista delle Elezioni
Tutto quello che c'è da sapere sul presidenzialismo, il tema che ha infuocato il dibattito politico in Italia in vista delle Elezioni Politiche
Alcune dichiarazioni di Silvio Berlusconi sul tema del presidenzialismo hanno agitato nelle ultime ore il dibattito politico in vista delle Elezioni. Il leader di Forza Italia ha detto a ‘Radio Capital’: “Spero che il presidenzialismo si farà”. Poi, in riferimento a Mattarella, ha aggiunto: “Se la riforma entrasse in vigore, sarebbero necessarie le dimissioni“.
Berlusconi, in un secondo momento, ha precisato che il suo non era affatto un attacco al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Su ‘Facebook’ ha scritto: “Non ho mai attaccato il Presidente Mattarella, né mai ne ho chiesto le dimissioni. Ho solo detto una cosa ovvia e scontata, e cioè che, una volta approvata la riforma costituzionale sul Presidenzialismo, prima di procedere all’elezione diretta del nuovo Capo Dello Stato, sarebbero necessarie le dimissioni di Mattarella ‘che potrebbe peraltro essere eletto di nuovo'”.
Gli avversari politici, però, avevano già criticato duramente le parole pronunciate dal leader di Forza Italia. In vista delle prossime Elezioni, in programma il 25 settembre, è opportuno, quindi, fare chiarezza sul presidenzialismo.
- Cos'è il presidenzialismo
- Cosa può fare il Presidente in una Repubblica presidenziale
- L'esempio della Francia
- L'ipotesi italiana
Cos’è il presidenzialismo
Il presidenzialismo, o Repubblica presidenziale, è una forma di governo che prevede che il potere esecutivo sia concentrato nella figura del Presidente, che è sia il capo dello Stato sia il capo del governo. Questa figura viene eletta direttamente dai cittadini e ha il compito di formare il governo. Il Presidente non ha bisogno di un voto di fiducia parlamentare in quanto ha già ottenuto il voto della maggioranza dei cittadini.
Al momento, la Repubblica italiana è parlamentare e prevede la centralità delle due Camere (Senato e Camera dei Deputati) elette dai cittadini. I senatori e i deputati, a loro volta, eleggono il Presidente della Repubblica, che poi dà il compito di formare il governo a un Presidente del Consiglio incaricato. Una volta formato il governo, il Presidente del Consiglio deve ottenere la fiducia delle Camere.
Cosa può fare il Presidente in una Repubblica presidenziale
Nella Repubblica parlamentare, a differenza del presidenzialismo, il Presidente della Repubblica, non eletto dal popolo, rappresenta una figura di garanzia. In una Repubblica presidenziale, invece, il Presidente è la massima autorità, in quanto è legittimato dal voto dei cittadini ed è contemporaneamente capo di stato e capo di governo.
In una Repubblica presidenziale il presidente può porre il veto alle decisioni espresse dalle Camere e svolgere alcuni compiti legislativi, dirige la politica estera dello Stato e nomina gli alti funzionari.
Nella Repubblica presidenziale si tengono due elezioni distinte e a suffragio universale: una per eleggere il Presidente e una per eleggere il Parlamento. Il Parlamento non può rimuovere il Presidente così come il Presidente non può sciogliere il Parlamento a sua discrezione. Il Presidente può essere rimosso solo con l’impeachment: alla messa in stato d’accusa deve seguire un processo.
L’esempio della Francia
La Francia è una repubblica semi-presidenziale: il potere esecutivo è condiviso dal Presidente della Repubblica e dal Primo ministro. Il primo viene eletto a doppio turno direttamente dai cittadini e nomina il secondo sulla base dell’esito delle urne. In Francia si tengono elezioni separate per eleggere le due cariche ed è possibile che ci sia una coabitazione tra un Presidente espressione di un partito e una maggioranza opposta.
L’ipotesi italiana
L’idea di optare per un presidenzialismo anche qua in Italia era già contenuta in una proposta di legge depositata l’11 agosto 2018 da Fratelli d’Italia alla Camera e al Senato. Secondo questa proposta si virerebbe verso un semi-presidenzialismo “alla francese”, in quanto resterebbero la figura del Primo ministro e la funzione, tipica delle Camere, di votare la sfiducia al Governo.
Nella proposta di Fratelli d’Italia, il Presidente sarebbe eletto per 5 anni a suffragio universale e diretto. Il limite anagrafico richiesto scenderebbe da 50 a 40 anni. Secondo l’art. 3 della proposta di legge, sarebbe il Presidente del Senato a indire le elezioni. Verrebbe eletto il candidato che ha ottenuto il 50% più uno dei voti validamente espressi al primo turno o al ballottaggio.
Secondo quanto previsto da Fratelli d’Italia, il Presidente della Repubblica continuerebbe ad avere il comando delle Forze Armate, manterrebbe il potere di sciogliere le Camere, ma non presiederebbe più il Consiglio superiore della Magistratura. Al Presidente della Repubblica sarebbe affidato anche il potere di rappresentare l’Italia in sede internazionale ed europea.
Cambierebbe notevolmente la figura del Presidente del Consiglio: con la nuova forma di governo il Presidente della Repubblica avrebbe la direzione della politica generale del Governo e ne sarebbe responsabile. Manterrebbe l’unità di indirizzo politico e amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri, con il concorso del Primo ministro. Verrebbe inoltre introdotta la “sfiducia costruttiva”, attraverso cui una delle due Camere può determinare la caduta di un governo, ma solo indicando il nome del futuro Primo ministro.